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A Caravate una famiglia allontanata da casa dopo un infinito calvario giudiziario: il paese si mobilita

A fronte di un infinito iter giudiziario fatto di ricorsi e carte bollate che ha portato allo sgombero con la forza pubblica, l’amministrazione si è attivata per dare una sistemazione ad una coppia in difficoltà: “Marito e moglie trattati in maniera molto dura"

Caravate tour 2022 luoghi

La chiamata che suona come un «Sos» lanciato termini pacati, mai urlati, ma fermi: «Temo che tra poco perderò la casa». Poi l’invio di carte per vicende processuali legate alla sorte di alcuni immobili: un caso che rappresenta un’intricata questione giuridica legata ai diritti reali cioè sui fabbricati che un debitore non è stato ad un certo punto più in grado di pagare. Vicenda lontana che ha prodotto però strascichi giusto qualche ora fa. E il paese dove sono avvenuti i fatti, cioè Caravate (nella foto, una panoramica del paese), si è subito mobilitato per dare aiuto ai cittadini in difficoltà.

Il sindaco Nicola Tardugno già alla serata di lunedì si era attivato per cercare di dare una sistemazione ai due cittadini coinvolti, persone che hanno da sempre vissuto la vita comunitaria del paese, e che a causa di una vicenda giudiziaria forse non ancora conclusasi hanno dovuto lasciate la loro abitazione.

Tutto è iniziato nel 2008 con il pignoramento di un capannone a Monvalle dovuto al mancato pagamento di un mutuo. Poco dopo è stata pignorata anche una casa a Caravate, dove viveva la madre del debitore, titolare dell’usufrutto. Le varie procedure sono state unificate e solo nel 2014 è stato incluso anche l’usufrutto della madre. Le aste per vendere il capannone sono andate tutte deserte, facendo scendere il prezzo da 400.000 a 90.000 euro.

Nel 2015 è emerso che il fascicolo era sparito e mancavano documenti essenziali. Il giudice ordinò il deposito degli atti e l’immediata vendita degli immobili, ma il delegato ad eseguire questi atti cominciò a darvi seguito solo nel 2017, commettendo secondo i legali della famiglia ora sfrattata diversi errori. La procedura fu poi sospesa nel 2017, e successivamente durante il Covid fu trovato un accordo con la società che nel frattempo aveva rilevato il credito. Nel 2021 una delle procedure venne abbandonata, ma nel 2022 il capannone fu comunque venduto a un prezzo irrisorio. In quell’occasione sempre a detta dei debitori venne depositato un verbale sbagliato con un sospetto di falsificazione delle date nel sistema informatico. Il debitore presentò denuncia e una perizia tecnica confermò la manomissione, ma il procedimento penale alla fine è stato archiviato.

«Sono state presentate numerose opposizioni e ricorsi con la richiesta della dimostrazione della titolarità del credito, ma controparte non ha mai provveduto a depositare nulla che dimostri la qualità di titolare del credito, come disposto dalla recente giurisprudenza anche della Cassazione», sostengono i legali del debitore.

Insomma una storia infinita, lunga, dispendiosa sul piano emotivo prima che su quello economico. E dagli effetti però piuttosto concreti che si sono palesati lunedì con l’arrivo della forza pubblica nell’abitazione dei debitori che hanno dovuto abbandonare la casa.

Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori sviluppi processuali della vicenda: la coppia di sessantenni a quanto risulta era già in possesso di un contratto di affitto per altra abitazione, contratto che decorre però a partire dal 15 settembre prossimo.

Il sindaco di Caravate Nicola Tardugno si è detto «particolarmente toccato per la vicenda. Il fatto ha visto protagonisti due cittadini pacati ed educati, marito e moglie ultrasessantenni che sono stati trattati in maniera molto dura quando in realtà forse si sarebbe potuto attendere ancora qualche tempo, quanto necessario per consentire di entrare in possesso del nuovo alloggio, fra due mesi».

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Pubblicato il 15 Luglio 2025
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