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“Non dimenticarti mai del cielo”, Giuseppe Cederna racconta il valore della parola a Laveno

L'attore e poeta ha accompagnato gli spettatori del Festival della Meraviglia in un viaggio della parola, ricordando che «la poesia può salvare la vita»

Giuseppe Cederna racconta “la Parola” al Festival della Meraviglia

Se sei curioso, se fai domande, se viaggi… le storie, prima o poi, arrivano. Le storie ci salvano, ci informano, ci rendono consapevoli. Le storie rendono giustizia alla forza evocativa e politica della parola. «È grazie alle storie – dice Cederna – che siamo qui, insieme, in questo momento».

Domenica 18 maggio a Laveno Mombello durante il Festival della Meraviglia, il poeta e attore Giuseppe Cederna regala un viaggio nel mondo della parola: un mondo immaginario, ma non per questo fittizio. Anzi, è un mondo reale, vivo, che si realizza in quella zona di confine in cui la finzione si confonde con la vita. Lo fa con parole e voce, mentre a Laveno una campana suona in sottofondo, armonizzandosi perfettamente con il racconto.

Cederna ci ricorda che la poesia può salvare la vita. Le parole giuste, quelle vere, valgono quanto le emozioni. Sentirsi «una fragile fibra dell’universo – come scriveva Ungaretti – è un’esperienza che ci accomuna: siamo qui anche per questo, per riconoscere la nostra vulnerabilità e la nostra appartenenza a qualcosa di più grande».

Inizia così un viaggio in cui Cederna ci accompagna alla scoperta della meraviglia della parola poetica. Tra i poeti che racconta c’è anche Antonio, suo padre, da cui Giuseppe ha imparato l’importanza della parola, e in particolare della parola speranza. «Mio padre mi ha insegnato che anche se una battaglia si perde, non si deve perdere la speranza. Fare la propria parte può ancora cambiare qualcosa».

Ricordando le parole dell’amico e poeta Claudio Damiani, Giuseppe confida: «Il mistero è così fitto e noi così fragili che non ci sono speranze. O forse… possono esserci solo speranze. La speranza è la nostra scienza».

Non poteva mancare, in questo viaggio poetico, il richiamo all’universale figura di Odisseo, evocata attraverso le parole di Costantino Kavafis nella poesia Itaca:
«Itaca ti ha dato il viaggio.
Senza di lei, non ti saresti mai messo in mare.
Se la troverai povera una volta tornato,
non per questo ti avrà deluso.
Una volta saggio, avrai capito
quello che Itaca vuole significare».

E allora, cosa significa per noi Itaca? Itaca è l’impulso al viaggio, ciò che spinge Odisseo a vivere. È il punto di partenza e quello d’arrivo del suo scopo esistenziale. Senza Itaca, non ci sarebbe il viaggio. Tocca a noi interpretare questo messaggio e decidere cosa farne, per timonare la nostra barca nel mare dell’esistenza. In fondo, Itaca rappresenta la vita stessa: Odisseo vive con la speranza di poterla finalmente rivedere.

Accanto alla vita, Cederna ha il coraggio di raccontarci anche la morte:
«La morte è vicina, e la gratitudine per la vita cresce.
Senza la morte, la vita non avrebbe valore.
Per questo è importante sapere di averla – la morte – sempre vicina».

Chandra Candiani scriveva:
«Far nascere la parola morte,
tenerla tra le mani
come un fiammifero nel vento».

Cederna non legge: racconta. Ogni spettacolo cambia, improvvisa. Ma il titolo resta: Non dimenticarti mai del cielo.
È tratto da una poesia dell’amico Damiani che recita:
«Anche se non lo vedi [il cielo],
pensa che è pieno di infinite stelle.
Pensa all’universo di infinite vite
e lascia che l’infinita vita ti vivifichi».

La parola poetica, alla fine, non è che questo: la pienezza della vita racchiusa nei confini di poche lettere, scritte su un foglio o raccontate attraverso dei suoni.

Le parole, ci svela Giuseppe citando Raymond Carver, “portano alla tenerezza”. Ma attenzione alle parole, avverte: non basta la preparazione tecnica. Serve spirito. Oggi, studenti vengono arrestati e puniti per aver denunciato il genocidio a Gaza. Rimanere in silenzio, senza proferire parola, significa perdere l’empatia.
«Gaza è qui.
Tocca anche noi.
Sta a noi scegliere se parlare».

Infine, Giuseppe chiude di nuovo con la speranza. In mezzo alla sofferenza della vita – perché non ci sarebbe vita senza sofferenza – la speranza è l’amica che ci prende per mano e ci aiuta ad attraversarla.
«La vita è determinata da ciò che scegliamo di mettere in luce.
Vivere qui e ora, sfidando il male, è in sé una magnifica vittoria».

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Pubblicato il 19 Maggio 2025
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