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Il dramma della guerra negli occhi di chi resta emoziona il Festival della Meraviglia

A Laveno la proiezione di Upshot, il mediometraggio della regista di origini palestinesi Maha Haj. Un'opera capace di toccare le corde più profonde dell'animo

upshot festival della meraviglia

È impossibile arrivare ai titoli di coda di Upshot e restare indifferenti. Il mediometraggio scritto e girato dalla regista di origini palestinesi Maha Haj racconta il dramma di una famiglia in quella regione martoriata dalla guerra. Lo fa sottovoce, senza le immagini crude alle quali la cronaca ci ha abituato, ma con la quiete di un campo di ulivi.

Upshot ha emozionato il pubblico di Laveno Mombello durante la proiezione ospitata al Liceo Sereni in occasione del Festival della Meraviglia domenica 18 maggio.

Un film girato durante la guerra, per mostrare ciò che viene dopo

Il film è stato scritto nel 2023, prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre e la conseguente invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele. Le riprese sono cominciate nel 2024 in Galilea.

«La troupe – racconta la giornalista Maria Nadotti, che collabora con Haj per far conoscere il film in tutta Italia – ha dovuto interrompere più volte le riprese, a causa del rumore degli aerei da guerra che passavano sopra di loro». Ciò che Upshot mostra, infatti, non è uno scenario di guerra (quella nella sua storia è già finita), ma un luogo verde, bellissimo, simile a tanti altre località che punteggiano la costa del Mediterraneo.

Il dolore è tutto negli occhi dei due protagonisti: una madre e un padre palestinesi che devono fare i conti con quello che la guerra ha portato via loro. Un compito impossibile, perché – come il pubblico ha fatto notare – per persone come loro «una vita normale si può solo immaginare».

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«Se stiamo solo a guardare, anche noi siamo responsabili»

«Informare non basta – sottolinea Nadotti -. Bisogna che queste realtà entrino nel cuore e nella mente di ognuno di noi. Il cinema svolge un ruolo preziosissimo. Genera emozioni e le emozioni producono sempre dei risultati».

Upshot è un’opera d’arte silenziosa ma capace di scuotere lo spettatore e consegnargli una consapevolezza pesante come un macigno. «Perché – ricorda Nadotti – se stiamo solo a guardare, diventiamo anche noi responsabili di ciò che sta accadendo».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it
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Pubblicato il 18 Maggio 2025
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