Quantcast

Al Liceo Sereni si attraversano confini invisibili: parole, pensieri e poesia al Festival della Meraviglia

Un incontro che ha visto protagonisti gli studenti e i loro pensieri. Interventi profondi che hanno spalancato finestre su mondi interiori e geopolitici, sul quotidiano e sull’universale

La voce degli studenti del Liceo Sereni esplora i confini

C’è un momento, durante il Festival della Meraviglia, in cui il futuro prende voce. E lo fa con sorprendente consapevolezza. È accaduto grazie agli studenti del Liceo Vittorio Sereni di Laveno Mombello, protagonisti di un incontro che ha saputo intrecciare riflessione, dialogo e scrittura creativa in un’unica, intensa esplorazione: quella dei confini.

Non confini come barriere invalicabili, ma come interrogativi aperti. Come linee da decifrare. Come spazi da attraversare con il pensiero e con il cuore.

Nel corso dell’incontro, ogni intervento è stato una finestra spalancata su mondi interiori e geopolitici, sul quotidiano e sull’universale. Elisa ha aperto il cammino con parole che tagliano il silenzio: «Tacere è l’àncora della decisione a priori» come a dire che il linguaggio è sempre una scelta di posizione, e che il confine non è solo una linea sulla mappa, ma anche un atto di comprensione. Geopolitica, sì, ma anche umanità.

Emanuele ha approfondito la genesi stessa del “mosaico geopolitico” che ispira il Festival, offrendo una riflessione matura su temi difficili da immaginare, ma capaci di vibrare con forza nelle voci di questi ragazzi. Ascoltarli è stato come vedere una mappa trasformarsi in poesia.

Ilham ha portato una visione intima del confine: “Con-fine” diventa allora non solo separazione, ma spazio condiviso, presenza silenziosa tra il giusto e lo sbagliato. «Tra me e te – scrive – c’è un terzo che riposa e che ride». È in quel sorriso invisibile che si gioca il senso della relazione.

Carola, invece, ci ha parlato dei confini che ci portiamo dentro: quelli imposti dalla scuola, dalla famiglia, dal sistema. «Il voto come confine?», si chiede. È forse un numero a definire chi siamo? La sua riflessione evoca gabbie fatte di parole, parentesi che rinchiudono la libertà, linee rosse che a volte si possono, si devono, oltrepassare.

Thanh ha spinto lo sguardo lontano, fino a Gaza: «Il confine è tutto per i palestinesi», ha detto con voce ferma e parole coraggiose. In quel limite estremo, fatto di cemento, filo spinato e memoria, si gioca il diritto all’esistenza.

A suggello dell’incontro, una poesia collettiva letta da Alessandro, docente dei ragazzi, dal titolo Salice Piangente: un canto che ha attraversato le frontiere della Terra e del tempo, fino alla morte, «che morirà anche lei». Perché anche i confini più assoluti, forse, possono essere immaginati oltre.

Ma ciò che ha reso davvero unico questo momento è stato il modo in cui è nato: «Un progetto pensato per parlare tra di noi – dicono i ragazzi – per scegliere liberamente di cosa volevamo parlare, senza gerarchie». Una scuola che non scende dall’alto, ma che sale insieme. Una scuola che non si limita a spiegare, ma si lascia stupire. «Una scuola – come hanno detto – che si fa meraviglia».

Giuliana Iannaccaro, portavoce del Festival, ha lasciato un commento che è insieme augurio e sfida: «Questi ragazzi stanno imparando a riconoscere il confine tra parlare e tacere. E quel confine lo sapranno usare».

Al Festival della Meraviglia, anche la scuola diventa un laboratorio di futuro. E i confini, lungi dall’essere muri, diventano trampolini. Da cui spiccare il volo.

di
Pubblicato il 17 Maggio 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore