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Nelle Valli del Verbano arrivano nuove stazioni meteo per studiare il cambiamento climatico

Nasce una rete di centraline meteo che raccoglierà dati utili a tecnici e progettisti per prevenire il dissesto idrogeologico e capire come il cambiamento climatico agisca a livello locale e sulla salute del bosco

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Una nuova centralina meteo climatica – pronta a registrare informazioni su pioggia, temperatura, umidità e pressione – è comparsa a Brinzio, dove ha sede il Parco Campo dei Fiori; un’altra, installata tempo fa a Cassano Valcuvia, è stata da poco migliorata, arricchendosi di un nuovo sensore di temperatura e di un data logger (ossia un acquisitore di dati) aggiornato. Ed è solo l’inizio: grazie al progetto Bosco Clima, entro giugno 2026 tra le valli e le montagne del Verbano verranno installate in totale 11 centraline, mentre quelle già esistenti saranno ammodernate.

Bosco Clima nasce dall’iniziativa della Comunità Montana Valli del Verbano, e da marzo 2023 viene portato avanti con il Parco regionale Campo dei Fiori, l’Università degli studi dell’Insubria, il Centro Geofisico Prealpino, le associazioni Lipu e Cast e il sostegno di Fondazione Cariplo. Lo scopo è migliorare la capacità del territorio di adattarsi al cambiamento climatico, puntando sulle grandi potenzialità delle aree boschive. Un bosco in salute è infatti un alleato insostituibile: oltre ad offrire riparo a flora e fauna, è in grado di difendere la popolazione da incendi, inondazioni, frane, picchi di calore.

È in quest’ottica che Bosco Clima si propone di raccogliere nuovi dati, direttamente sul campo. Saranno utilissimi per monitorare l’andamento del meteo, tenere sotto controllo situazioni critiche legate al dissesto idrogeologico e capire come il riscaldamento globale stia agendo nelle Prealpi lombarde.

La Strategia di Transizione Climatica del progetto prevede infatti – oltre alle azioni dedicate ad esempio alla tutela degli habitat o al risparmio energetico – anche la creazione di una rete efficiente di centraline, le cui rilevazioni saranno trasmesse al Centro Geofisico Prealpino in tempo reale. Il Centro svilupperà un’apposita banca dati, coordinandosi con gli enti locali e con la Protezione Civile. Sarà così possibile elaborare anche una serie di indicatori (come ad esempio piovosità, gradi, periodi di gelo), che confluiranno all’interno di un report annuale.

Intanto, le nuove centraline hanno già iniziato a fare il loro lavoro. «Grazie ai dati raccolti – spiega Paolo Valisa del Centro Geofisico Prealpino – sappiamo che i mesi di dicembre 2023 e febbraio 2024 sono stati i più caldi mai registrati in queste zone. In particolare, le temperature delle giornate dal 16 al 21 febbraio sono state veramente primaverili, tipiche della fine di marzo o dell’inizio di aprile».

Pubblicato il 11 Marzo 2024
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