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Novara, uccide la madre per vivere della sua pensione, il cadavere riconosciuto per una vertebra sintetica

L’uomo residente a Milano aveva fatto dire una messa di suffragio per la donna, 89 anni, senza il feretro: cadavere fatto sparire nei boschi di Trecate nel cuore del Parco del Ticino

Carabinieri Legnano 2024

Era stato con l’anziana madre ancora in vita sul luogo scelto per farne sparire il corpo, nei boschi di Trecate. Poi, qualche giorno dopo, aveva lì ucciso la donna, classe 1933 per occultarne il corpo così da porte beneficiare della pensione percepita dall’anziana, organizzando una sorta di funerale nella chiesa milanese della Barona con la sola foto della donna posta dinanzi all’altare. Poi più nulla della donna. Ma ovviamente la mancata comunicazione del decesso dell’anziana aveva fatto arrivare nelle casse del figlio sia la pensione, sia un contributo elargito dal comune di Milano.

Ma il ritrovamento del cadavere della donna ha incastrato il figlio, ora in carcere. È stato così arrestato, colpito da ordine di custodia cautelare in carcere ai danni di Stefano Emilio Garini, classe 1962, accusato dei reati di omicidio volontario, distruzione di cadavere, truffa aggravata, autoriciclaggio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. I fatti risalgono al 10 ottobre 2022 quando a Trecate in provincia di Novara, frazione san martino (località Boscomarino nell’area del Parco del Ticino), sono state rinvenute ossa umane repertati ed affidati al Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano) per le successive ispezioni medico legali.

La svolta alle indagini è stata data dal ritrovamento di una protesi in perfetto stato di conservazione fissata tra le vertebre L3 ed L4 della colonna vertebrale su cui risultavano ben evidenti sia il marchio di fabbrica che il numero di matricola. Subito quindi gli investigatori sono risaliti alla ditta produttrice della protesi individuando l’ospedale a cui era stata venduto l’accessorio. Si trattava del Galeazzi di Milano che ha fornito un elenco di 7 persone alle quali erano state impiantate protesi con lo stesso numero di matricola. Fra tutti i pazienti ancora in vita interpellati, l’attenzione dei carabinieri si è rivolta su una paziente, Liliana Agani, 89 anni.

Difatti il figlio, Stefano Garini, classe 1962, contattato per telefono dal medico di base su indicazione degli investigatori, continuava ad accampare scuse alla richiesta di una visita dell’anziana madre: «È in Veneto da un fratello», diceva. Ma l’uomo era deceduto anni prima. Da qui sono partito gli accertamenti dei carabinieri di Novara che hanno scoperto – se verificato in sede processuale dal momento che stiamo parlando di un fatto coperto dalla presunzione d’innocenza – il piano diabolico dell’uomo. Dalle attività d’indagine è emerso che presso l’abitazione dell’anziana deceduta vi abitasse una figlia dell’indagato,
l’unica ad avere la residenza con la nonna, a Milano.

La nipote ha precisato che la nonna era deceduta ma non era in grado di riferire sulle modalità del decesso e sullo svolgimento del funerale. Dagli accertamenti è emerso che il figlio dell’anziana era legato sentimentalmente ad una ragazza brasiliana molto più giovane di lui residente a Torino che si era allontanata già da diverso tempo dall’indagato, proprio perché impegnato nell’accudimento della madre. L’uomo, non avendo un lavoro stabile, integrava il suo reddito con la pensione della madre, percepita indebitamente dall’Inps, insieme al sostegno che il Comune di Milano elargiva alle persone inabili bisognose.

Le attività testimoniali e specialmente quelle tecniche, appuravano che l’uomo il 18 maggio 2022 era andato con l’anziana madre ancora in vita a Trecate località
Boscomarino, e qui secondo l’ipotesi di accusa avrebbe ucciso la donna e quindi soppresso il cadavere. Il delitto commesso sarebbe stato premeditato dall’uomo che si era recato qualche giorno prima in Trecate, con la madre certamente ancora in vita, per verificare il luogo dove poter eventualmente commettere l’omicidio.
Per crearsi un alibi e tener nascosta la verità l’indagato ha pure fatto celebrare una messa a suffragio nei confronti della madre, nel quartiere della Barona, a Milano, ovviamente senza il feretro, ma con una fotografia posta sull’altare. All’uomo oltre all’omicidio volontario pluriaggravato (almeno premeditazione, legame parentale e minorata difesa di sicuro le aggravanti) e il relativo occultamento e soppressione di cadavere, viene contestata anche la truffa aggravata, poiché avrebbe continuato a percepire indebitamente sia la pensione della madre regolarmente erogata dall’Inps per circa 23.000 €, sia l’elargizione del sostegno economico erogata dal Comune di Milano per circa 5.000 €, e l’autoriciclaggio per aver utilizzato il denaro di provenienza illecita a favore di terze persone per il reimpiego in attività economiche; è stato associato alla Casa Circondariale di Novara.

Pubblicato il 01 Marzo 2024
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