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Legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità in Lombardia: raccolta firme del Partito Democratico

Sono due articoli e mirano a togliere l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e a obbligare la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati

convegno PD su sanità

Il gruppo regionale lombardo del Partito Democratico ha annunciato la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità lombarda. L’iniziativa è stata annunciata nel corso della prima conferenza regionale sulla sanità, dal titolo “la Salute è un diritto”, in corso oggi e domani a Milano a Palazzo Pirelli.

Il progetto di legge, composto da due articoli, è una modifica della legge regionale n. 33 del 2009, come modificata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021. L’intento è quello di riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie. Quattro i principi che vengono introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori.

Per assicurare davvero a tutte e a tutti il diritto alla salute, le proposte contenute nel presente progetto di legge dettano principi e indirizzi volti a garantire un servizio universale, disponibile cioè per ciascuna persona presente sul territorio regionale, con un servizio presente in modo omogeneo anche nelle aree montane, interne, di confine e meno popolate, che superi le diseguaglianze di salute grazie alla partecipazione e valorizzazione di tutte le figure professionali, la compartecipazione dei Comuni alla programmazione e alla verifica dei risultati.

Per garantire la salute individuale e collettiva e un livello di cure adeguate, occorre mettere al centro la Prevenzione in tutte le sue accezioni, attività e articolazioni, con una centralità che deve essere sancita nella programmazione e nel finanziamento, attraverso il continuo potenziamento delle risorse umane ed economiche, per la tutela della salute umana, degli animali e dei contesti ambientali, con particolare riferimento anche ai luoghi di lavoro e con specifico richiamo a quanto previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza.

La proposta vede la rete dei servizi territoriali concorrere alla universalità dell’offerta e all’efficienza del SSR accanto ai servizi ospedalieri. L’assistenza domiciliare, i consultori, i servizi per la salute mentale e le dipendenze, i centri vaccinali, i servizi per le persone con disabilità, anziane, fragili, minori, e tutti i servizi territoriali sono programmati, finanziati e implementati nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza.

La modifica dei principi, se approvata, porterebbe con sé la necessità di modificare di conseguenza tutto il resto della legge. Il Pd ha scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare, su cui nelle prossime settimane inizierà la raccolta firme, per forzare il Consiglio regionale, come da regolamento, ad esprimersi entro nove mesi.

«Io credo che a un anno dalle elezioni regionali possiamo intanto dire che Fontana e Bertolaso sono bocciati su tutta la linea perché la sanità oggi è da ricostruire – attacca il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino -. E in questi mesi abbiamo avuto solo chiacchiere, nessun tipo di atto vero, effettivo, profondo, di rilancio e ripensamento del servizio sanitario regionale, della sanità pubblica. Per questo presentiamo una legge di iniziativa popolare che mira a modificare i principi di fondo attraverso i quali si determinano le scelte in sanità a livello regionale, a partire dal tema dell’equivalenza tra pubblico e privato, tema per noi fondamentale, perché dobbiamo evitare che l’equivalenza voglia dire, praticamente, la privatizzazione strisciante. Per questo diciamo che occorre cancellare il termine equivalenza e sostituirlo con integrazione».

«Un primo obiettivo – aggiunge il consigliere regionale dem Samuele Astuti – è costruire il centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d’attesa entro dodici mesi e non entro tre anni come pensano di fare Fontana e Bertolaso, mettendo un vincolo: il privato che non sta nel Centro unico di prenotazioni non riceve risorse pubbliche a nessun livello. Un vincolo sancito per legge e non solo a parole, perché di quelle ne abbiamo sentite già abbastanza. La nostra legge di iniziativa popolare, inoltre, mira a riorganizzare la dimensione territoriale dei servizi, perché non abbiamo la possibilità di promuovere buone ed efficaci politiche riguardanti la salute se non irrobustiamo una rete territoriale che va molto oltre gli ospedali. È una sfida che lanciamo a chi governa la Regione a essere coraggiosi e a cambiare ciò che palesemente non funziona».

PROGETTO LEGGE POPOLARE Sanità 21 feb

Pubblicato il 23 Febbraio 2024
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