Tre giorni di appostamenti dei malviventi a Luino prima della rapina all’avvocato Viazzo
Il commando entrato in azione sabato pomeriggio aveva da tempo individuato l’obiettivo: non si è trattato di un colpo casuale. Preoccupato l’avvocato: “Sanno dove abito”
«Scombussolato dal punto di vista fisico, ma non solo». La storia della rapina all’avvocato varesino Corrado Viazzo ha colpito profondamente l’opinione pubblica: il professionista è notissimo in provincia di Varese, e ben conosciuto anche in diversi fori d’Italia per numerosi processi seguiti anche al Sud e per casi da “prima pagina“ (vedi processo per le “cene eleganti“ di Arcore dove difende alcune delle “olgettine“).
Una rapina consumatasi fuori dalla sua villa di Luino che lascia aperti seri interrogativi, anche alla luce del fatto che il professionista ha reso noto che oltre alla rapina di sabato ci sono stati fra luglio e agosto due distinti furti, uno nella casa che fu dei genitori dell’avvocato, oggi scomparsi, e uno nella stessa villa di via Belvedere a Luino. Il commando di tre persone è entrato in azione sabato attorno alle 17: prima è stato infranto il vetro dell’auto con una candela, e poi l’aggressione e la rapina.
«Il punto è che oltre alle lesioni subite che guariranno in 35 giorni, esiste anche la questione emotiva: i tre rapinatori sapevano dove abito, hanno evidentemente pianificato la rapina. E hanno fatto appostamenti sotto casa mia per i tre giorni precedenti». Un particolare inquietante che probabilmente servirà ai carabinieri per aiutarli nelle indagini che per il momento si basano sugli elementi tenuti a mente dal legale durante quei pochi minuti in cui si è consumata l’aggressione: l’auto dei malviventi è stata speronata da quella di Viazzo che nell’impatto è rimasta bloccata, quindi il veicolo utilizzato per l’assalto si è mosso dalla zona probabilmente con segni evidenti legati al contatto con la macchina guidata dall’avvocato, rimasta bloccata contro il muro e chiusa col sistema elettronico centralizzato attivato dai malviventi: l’allarme è stato dato pochi minuti dopo il colpo, ma il legale è rimasto imprigionato nel veicolo per oltre un’ora.
Anche l’accento degli assalitori, secondo la vittima chiaramente tarato su inflessioni campane, potrebbe rappresentare elementi preziosi per ricostruire le tessere del mosaico che hanno portato alla rapina del Rolex Daytona da 25 mila euro, piatto forte del colpo: una delle ipotesi potrebbe essere quella della banda di “trasferisti“ molto attenti però nell’osservare o nel pianificare l’azione. Le indagini sono ufficialmente nelle mani dei carabinieri dopo che questa mattina, lunedì, è stata sporta regolare denuncia nella caserma dell’Arma di Luino.
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