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Parla l’imprenditore di Luino aggredito al bar: “Voleva ammazzarmi. Ora ho paura”

Alla base delle botte di martedì mattina una questione personale di natura passionale. Trenta i giorni di prognosi rilevati all’ospedale

carabinieri luino pattuglia

In città non è caduto nel silenzio l’episodio di violenza consumatosi in un esercizio pubblico del centro dopo le sirene e ai carabinieri in pieno centro che hanno risuonato nella prima mattina di martedì. In un bar i segni per terra, le chiazze di sangue, sono state rimosse. Ma gli altri segni, quelli sul volto della persona aggredita sono ancora ben visibili e lo saranno a lungo per le botte subite. Il referto ospedaliero maturato in seguito alle visite dei sanitari al pronto soccorso di Luino dove la vittima di quella che a prima vista suona come un’aggressione in piena regola è chiaro: “Deviazione del setto nasale, frattura scomposta” guaribili in 30 giorni.

Altri graffi, ancor più profondi, sublimati in sentimenti quali per esempio la paura, vengono esternati dalla vittima di questa violenta aggressione, che ha denunciato il tutto ai carabinieri. Il movente di questo gesto (da parte di un soggetto che l’uomo colpito al volto ha identificato e le cui generalità sono state messe neo su bianco) sarebbe di natura passionale e quindi fatti personali che per questioni di privacy è giusto tacere in quanto non aggiungono molto altro alla notizia. Ma l’imprenditore, che al momento dei fatti era in un bar di via XXV Aprile a Luino, ha contattato Varesenews per raccontare il suo spato d’animo e i suoi timori.

«Stavo pagando, vicino alla cassa, girato di spalle quando quell’uomo è entrato e mi ha aggredito in maniera estremamente violenta. Ero convinto che volesse uccidermi, sono caduto a terra e ha continuato a picchiarmi con calci e pugni. Solo l’intervento di alcuni miei dipendenti che erano con me al bar ha evitato il peggio. Ora ho paura». Attimi di terrore nella ricostruzione fatta dalla vittima dell’aggressione: «Sono scappato nei bagni del bar che si trovano al piano inferiore, e sono rimasto lì fino all’arrivo delle forze dell’ordine e dell’ambulanza». Poi la denuncia. I reati co testati sono quelli di lesioni personali e minacce. «Ho ancora nelle orecchie quel grido: ti ammazzo».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 04 Maggio 2023
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