Il terremoto devasta Turchia e Siria. “E c’è anche l’allerta neve”
Sono migliaia i morti nel Sud-Est turco, nel Kurdistan e in Siria, con grandi perdite anche nel patrimonio culturale. La voce di alcuni varesini presenti per lavoro
Si sono sbriciolati palazzi moderni e fortezze antiche di secoli, casupole e chiese e moschee. La Turchia e la Siria piangono già migliaia di morti, a causa del terremoto di magnitudo 7.8 che ha interessato la regione nella notte di lunedì.
Le stime attuali (ore 16) parlano di 1.500 corpi recuperati in Turchia, e 810 cadaveri estratti in Siria per un totale di oltre 2.300 morti. Ma si scava in molte città, ci sono feriti e centinaia di dispersi.
L’epicentro è stato a Gaziantep, una delle maggiori città turche, «nota per essere il centro che ospita più siriani» rifugiati, spiegava questa mattina Valeria Giannotta, direttore scientifico Osservatorio Turchia del CeSPI (Centro Studi Politica Internazionale), originaria di Gallarate e oggi ad Ankara.
«È crollata un’ala del castello, monumento storico». La fortezza, antica di secoli, aveva resistito a decine di sismi e questo dice quanto potente sia stato il terremoto della notte.
Gaziantep – a poche decine di chilometri dalla Siria – accoglieva migliaia di rifugiati siriani ma è anche un grande centro curdo: da qui vengono molti emigranti curdi che si stabiliscono in Italia.
Colpito il Sud-Est della Turchia
Oltre alla fortezza di Gaziantep sono crollati anche diversi edifici storici in tutto il Paese, come la chiesa di Iskenderun o la moschea di Malatya, città verso l’Anatolia centrale. Gravissimi i danni anche a Sanliurfa, altra città storica del Sud Est della Turchia.
Crollo di un palazzo a SanliurfaMolti danni anche ad Antakya, l’antica Antiochia, nella regione più meridionale della Turchia, e ad Iskenderun, l’antica Alessandretta, dove è appunto crollata anche l’ottocentesca cattedrale retta dai francescani.
«In più – raccontava ancora stamane Giannotta a Radio Popolare – c’è anche l’allerta meteo per la neve, anche questo sta creando ulteriori difficoltà per i soccorsi»
Danni e centinaia di dispersi tra Kurdistan e Siria
Grandi danni anche nel Kurdistan propriamente detto, a Est verso Iraq e Siria: ci sono immagini di grandi crolli a Diyarbakir/Amida, il maggior centro storico della regione, città cinta da mura millenarie in pietra lavica.
Ancora frammentarie le informazioni dalla più isolata Siria. Una delle città più colpite è Aleppo, dove ci sarebbero decine di dispersi, ma più vicine all’epicentro sono le città del Nord, in mano ai ribelli (come Afrin, nell’immagine sottostante) o alle milizie curde del Rojava. Va ricordato che quelle nel Nord della Siria sono zone instabili, dove forte è anche la presenza d terroristi di Isis.
Dozens of victims died in northern Syria. The photo is from a hospital in the Syrian city of Afrin
All people in northern #Syria are working to rescue the stranded under rescue#earthquake pic.twitter.com/K85TXwTrnw
— Mohammad – محمد عساكره (@mohammed_asakra) February 6, 2023
Gli sportivi in Turchia: Lucia Bosetti e John Egbunu
Se la Siria è zona devastata dalla guerra civile, la Turchia è invece un Paese con profonde connessioni anche con l’Europa. Tra i volti noti della nostra provincia che si trovano nella zona interessata al terremoto ci sono quelli di due sportivi: la pallavolista Lucia Bosetti e il cestista John Egbunu.
Bosetti è di Albizzate, ha 33 anni e dopo aver giocato a Busto Arsizio lo scorso anno è ora impegnata con il Çukurova Belediyesi, squadra della città di Adana. L’ex azzurra ha utilizzato Instagram per tranquillizzare tutte le persone che le hanno chiesto notizie: “Io sto bene – ha scritto – e ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto. Siamo al sicuro e siamo in attesa di avere informazioni utili”.
Egbunu invece è nigeriano ma ha giocato tra il 2021 e il 2022 con la maglia della Openjobmetis Varese (due mezze stagioni); oggi è il pivot del Royal Hali Gaziantep, città che si trova vicino all’epicentro del terremoto. Anche “Long John” ha utilizzato Instagram scrivendo una sola frase in turco, “Geçmiş Olsun” che suona come “guarisci presto” riferito al territorio colpito (nella Stories compare anche lo stemma della sua società).
Solidarietà internazionale
Per la prima volta anche Erdogan ha chiesto aiuto alla comunità internazionale, di fronte alle dimensioni della tragedia.
Gli Stati Uniti hanno detto di voler dare “qualsiasi tipo di assistenza” e si stanno coordinando con il governo della Turchia, dall’Azerbaigian (Paese molto legato alla Turchia) si è già mossa una colonna di soccorso.
La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato 500mila euro per aiuti, anche a sostegno di un’area con diverse minoranze cristiane orientale, tra cui caldei e armeni.
La chiesa di IskenderunVladimir Putin ha inviato un telegramma a Erdogan e al presidente siriano Bashar Assad, al pari del presidente cinese Xi Jinping.
Anche dall’Italia sta partendo un nucleo specializzato dei vigili del fuoco.
Terremoto in Turchia: pronto a partire il team italiano dei vigili del fuoco
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