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Traghetti con meno carico e pontili minori “vietati”, così la siccità condiziona il Lago Maggiore

La Navigazione Laghi assicura un servizio importante per la sponda lombarda e quella piemontese. Con il livello del lago molto basso sono necessarie però limitazioni: siamo stati a bordo a vedere come il servizio si adatta alle condizioni che cambiano di settimana in settimana

«Oggi siamo a -19 sullo zero idrometrico, ma prima delle piogge di settimana scorsa eravamo arrivati a -27. Lunedì forse saremo di nuovo a -22».
Marco Del Signore, nell’ufficio della Navigazione a Intra, fa i conti mostrando i grafici aggiornati del livello del Lago Maggiore. In questa estate così segnata dalla siccità, anche il movimento di traghetti e battelli, infatti, deve fare i conti con il livello del lago bassissimo.

Cosa significa, nel concreto? La situazione impatta sia sulle linee con battello sia sul traghetto Intra-Laveno.
Ci imbarchiamo sul traghetto (l’unica linea, sul Maggiore) a Laveno, accompagnati da Del Signore, che è ha la qualifica di professional navigante, un po’ il responsabile di tutto il personale imbarcato. Cosa succede con il livello così basso? C’è un rischio di toccare il fondo del porto con la chiglia dell’imbarcazione? Sì e no: «Il problema per i traghetti non è tanto il pescaggio, quando l’inclinazione dei pontili» sintetizza .

In condizioni normali le rampe hanno pendenza minima, invece con il lago così basso risultano in pendenza e con un angolo troppo pronunciato rispetto al ponte dove vengono allineati i veicoli: il rischio è di danneggiare o bloccare i mezzi al momento dell’imbarco o sbarco. Il che vale soprattutto per i mezzi pesanti.

Così questa settimana, dopo una parziale “tregua” legata alle piogge dopo Ferragosto, i traghetti hanno visto scattare nuovamente uno “step” di limitazione al carico.
«Normalmente abbiamo un limite di 440 quintali massimo per mezzo. A un certo livello scattano le limitazioni a 380, a un terzo step si passa a 200 quintali, come è ora» spiega il professional. «Da lunedì, se va avanti così, torneremo al limite di 100 quintali, ancora più basso».

Generico 22 Aug 2022

La limitazione impatta sui mezzi pesanti: se un osservatore esterno può pesante al traghetto sul Maggiore come a un mezzo legato soprattutto al turismo, nella realtà l’utenza è molto variegata. E anche i mezzi pesanti sono una parte importante del traffico di traghettamento tra la sponda lombarda e quella piemontese, tanto che in un giorno feriale – prendendo una corsa a caso – tra i mezzi a bordo si ha molta probabilità di trovare un camion, un grosso furgone merci o persino un autoarticolato.

Stop ai camion carichi. E tra poco anche a quelli scarichi

Tra i mezzi più pesanti ci sono i camion con rimorchio provenienti dal cementificio di Caravate (in Lombardia) e diretti sulla sponda Ovest. Già ora, con limitazione a 200 quintali  le manovre di carico sono attente, per i camion, ed escludono gli autoarticolati a pieno carico. Se scatta lo step inferiore, 100 quintali, finiscono di fatto esclusi tutti i mezzi pesanti veri e propri. «Oggi (giovedì 25 agosto) siamo appena sopra, lunedì torneremo a 100 quintali»

Arrivati in traghetto a Intra, da Laveno, negli uffici della Navigazione consultiamo le tabelle di riferimento con i valori idrometrici e le relative limitazioni collegate per i diversi tipi di natanti.
Limitazioni che certo non vengono percepite dai tanti turisti – tedeschi, ma anche italiani, inglesi, olandesi – che in questi giorni si imbarcano sul traghetto per una gita sulla sponda antistante («Verbania? Verbania?» ripete a Laveno un capofamiglia tedesco, con poca dimestichezza con la destinazione “Intra”, il porto traghetti della città sul lago).

Generico 22 Aug 2022

Per i battelli meno scali e pontili “aggiuntivi”

Qualcuno di più invece dev’essersi accorto dei limiti che valgono per i battelli, costretti a rinunciare ad alcuni approdi. «Per i battelli il problema è in effetti il rischio di toccare il fondo con la chiglia o con le eliche. O di smuovere il fondale, alzando la sabbia che poi crea problemi se viene aspirata dalle prese dell’acqua a bordo» spiega ancora Del Signore. Per questo è stato sospeso il servizio in alcuni scali minori come Ranco o Porto Valtravaglia.

In altri scali, soprattutto sulla sponda piemontese, sono stati posizionati dei pontili galleggianti per tenere i battelli più distanti dalla linea di costa nelle fasi d’imbarco e sbarco.

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A dettare tempi e modi delle limitazioni è sempre il livello del lago, che dipende da complessi equilibri tra immissione ed emissione d’acqua. L’immissione deriva dalle piogge e dalla quantità di rilascio d’acqua dai bacini artificiali delle grandi dighe delle centrali idroelettriche (in Italia e in Svizzera), mentre l’emissione è regolata dallo sbarramento della Miorina sul Ticino, unico emissario del lago.

Negli ultimi giorni si è tornati a limitare al massimo i metri cubi in uscita sul Ticino: il lago resta un serbatoio fondamentale in tempi di siccità. Ma il livello troppo basso crea appunto anche problemi alla navigazione. La situazione eccezionale si percepisce bene, quando si guarda al segno sulle sponde o alla ruggine che pali in metallo dei pontili segna il livello normale. Mentre attracchiamo al pontile di Laveno anche i turisti si stupiscono della presenza dei pesci: «Si spingono fin quasi alla superficie». In qualche caso le pinne escono persino dal pelo dell’acqua. Un’anomalia, in questa estate così calda e secca.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 26 Agosto 2022
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