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Una casa per i bambini ebrei in fuga: Lilly Volkart e la colonia di Ascona sul Lago Maggiore

Il romanzo storico "Il coraggio di Lilly", scritto da Mattia Bertoldi, racconta la storia della donna che negli anni Venti aprì una casa per orfani sui monti del Verbano. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne un piccolo centro di solidarietà internazionale

Generico 18 Jul 2022

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Confederazione Elvetica tenne un atteggiamento per anni condiscendente con la Germania nazista, almeno fino al 1942, e di fermezza nei confronti di chi fuggiva dalle persecuzioni.
Tra i nuclei di resistenza culturale e materiale più forti ci furono quelli presenti in Ticino, il cantone italiano che aveva una tradizione di accoglienza e solidarietà verso gli esuli: tra le tante storie, poco note, c’è quella di Lilly Volkart, zurighese che aprì una colonia per bambini sul Monte Verità ad Ascona e ne fece un porto sicuro di approdo per i bambini in fuga dalla guerra che imperversava e soprattutto dalle persecuzioni antiebraiche.

Nata nel 1897 a Zurigo, figlia di un insegnante e di una fiorista, cresciuta con idee liberali, Lilly Volkart già da giovanissima gestì un pensionato universitario, ampliando le sue vedute nell’incontro con gli studenti. Nel 1921 divenne insegnante dei figli di una coppia di medici svizzero-tedeschi e a partire dall’estate del 1922 si trasferì con loro ad Ascona, nei dintorni di Locarno,località già nota perché punto di approdo di tanti liberali e libertari, anche dall’estero .

Nel 1924 Lilly aprì sempre ad Ascona una colonia per bambini: all’inizio era riservata ai pargoli delle famiglie benestanti, ma grazie alla solidità economica dell’impresa Lilly riuscì ad accogliere anche orfani, bambini abbandonati o semplicemente tanto poveri da non avere attenzione dalle famiglie e un futuro ( nel 1933 fondò l’Opera svizzero di assistenza per bambini emigranti). Una spinta solidaristica che assunse un significato diverso nel 1942, mentre nella “festung Europa“, l’Europa occupata dal nazismo, imperversava l’aperta persecuzione antiebraica: la “maestra” zurighese accolse centoquindici orfani ebrei, grazie anche al sostegno di Eduard von der Heydt, che le offrì una casetta sul Monte Verità.

La posizione di confine di Ascona sul Lago Maggiore dal 1943 renderà la casa di Lilly un porto sicuro per i più piccoli che fuggivano dalle persecuzioni in Italia, spesso clandestinamente. Punto di transito erano i monti del Luinese e anche il Limidario, con un itinerario “difeso” dal lato italiano dai partigiani della brigata Cesare Battisti. Ma anche la Guardia di Finanza italiana, in una posizione molto particolare, contribuì agli espatri clandestini dopo il 1943.

Nel Dopoguerra l’impegno di Lilly continuò, a favore degli orfani ebrei e di guerra ma anche di nuovi profughi, come quelli scappati dall’Ungheria dopo la rivoluzione del 1956 repressa dai carri armati sovietici. Nella sua vita ospitò oltre 4mila bambini, fino alla tarda età (morì ad Ascona nel 1988).

La storia di Volkart è raccontata in un nuovo libro, Il coraggio di Lilly (Milano, Tre60 2022), scritto da Mattia Bertoldi, scrittore ticinese che si è basato da studi sulla figura della appassionata pedagoga ma anche su opere e memorie dedicate al particolare contesto di Ascona e al confine tra Ticino e Italia.

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Il libro di Bertoldi su Lilly Volkart verrà presentato il 26 luglio alla Biblioteca cantonale di Bellinzona (Piazza esterna, ore 18.30) con la partecipazione dello storico Adriano Bazzocco, in collaborazione con l’Associazione Amici Giovanni Bassanesi

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Luglio 2022
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