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Così è nato “Mio fratello rincorre i dinosauri”. La storia di Gio commuove il Sociale di Luino

Giò ha la sindrome di down ma cucina, va a scuola, ha degli amici, fa sport e presenta dei limiti: come ogni persona che vive, sbaglia, inciampa e si rialza. Sul palco mamma e papà Mazzariol e l'ormai adolescente Giò

Generica 2020

Un racconto di vita che ha lasciato tutti senza parole, una testimonianza così vera da provocare brividi lungo il corpo.

Sabato sera, 12 marzo, il Teatro Sociale di Luino ha accolto la famiglia Mazzariol di “Mio fratello rincorre i dinosauri”. Sul palco mamma e papà Mazzariol e l’ormai adolescente Giò hanno deciso di regalare ai luinesi una testimonianza importante. Una serata, organizzata dalla Comunità Pastorale “Madonna del Carmine” e dai ragazzi della Pastorale giovanile, molto partecipata e sentita.

Giovanni ha la sindrome di down ma l’attenzione che il pubblico luinese gli ha rivolto non riguardava affatto la sua disabilità, ma la sua spontanea simpatia, la battuta pronta, il sorriso e la dolcezza con cui guardava la mamma.


Giò, come si vede nel video che ha aperto la serata, “The Simple Interview”, cucina, va a scuola, ha degli amici, fa sport e presenta dei limiti: come ogni persona che vive, sbaglia, inciampa e si rialza. 

«Per noi è una ricchezza enorme. I nostri figli ancora oggi spesso ci dicono: “Grazie per averci donato questo fratello, senza di lui non saremmo quelli che siamo oggi”», racconta mamma Mazzariol.

«Quando è nato Giovanni sapevamo che aveva la sindrome di down e sono state tante le domande che ci siamo posti – ha continuato il padre – Saremo dei genitori adeguati? Riusciremo a prenderci cura di un bambino che ancora non abbiamo tra le braccia? Se la caverà quando poi noi non ci saremo più? Sarà un bambino felice? Riusciremo a farlo felice? Certo, alcune domande le abbiamo ancora, ma tante altre sono state spazzate via immediatamente, soprattutto grazie ai nostri figli, Chiara, Giacomo e Alice, che ancora prima che nascesse, ci dissero: “E’ nostro fratello e camminerà con noi, non dovete preoccuparvi“».

L’amore per la vita e per la famiglia spesso è veramente ciò che supera ogni logica, ogni pregiudizio, ogni visione frammentata della realtà. Ti porta, come nel caso della famiglia Mazzariol, a guardare l’esistenza in maniera diversa. «Le difficoltà non sono mancate – ha spiegato mamma Mazzariol – ogni giorno siamo chiamati ad attivare la fantasia e la creatività per renderci dei facilitatori per Giò, per aiutarlo a superare ciò che si può superare e per accogliere e accettare ciò che, invece, non si può superare. Tutto questo insieme».

Dopo il successo del video di apertura “The Simple Interview“, realizzato e pensato dal fratello Giacomo, diverse sono state le case editrici interessate a raccontare la sua storia. «E hanno chiesto proprio a Giacomo di cimentarsi – ha detto ancora mamma Mazzariol – lui era solo in quarta liceo ma ha colto l’occasione. Come mi ripete ogni giorno, la sua passione per la scrittura ha incontrato un’opportunità, e lui si è fatto trovare pronto».

Nel 2016 è così uscito, con il titolo “Mio fratello rincorre i dinosauri“, il libro e, a seguito del grande successo, nel 2019, il film.

La serata si è conclusa con la lettura di alcuni piccoli estratti del libro. Tra i più significativi sicuramente quello dove Giovanni racconta che cos’è, per lui, la guerra.

“Un pomeriggio Gio entrò in cucina e mi portò un disegno che aveva fatto durante l’ora di Arte. Non vidi subito l’immagine, perché me lo consegnò girato per farmi prima vedere la consegna e il voto: “illustra la guerra, voto: dieci”. Festeggiammo con un cinque dei nostri – spack frush snap. Poi girai il foglio: Giovanni Mazzariol, Ragazza seduta su panchina che mangia un gelato da sola, pastelli su foglio sicuramente rubato a un amico, conservato alla scuola media Giorgione, temporaneamente concesso alla fondazione casa Mazzariol.

Lo studiai senza capire: gli era stato chiesto di fare un disegno sulla guerra e lui aveva scarabocchiato una ragazza con un gelato in mano. Sul momento non commentati, ma dopo che Gio fu uscito dalla stanza dissi a mamma: – Be’, certo che glieli regalano proprio i voti.

– A quanto pare, – fece Alice, mostrandosi d’accordo con me.

Mamma chiese perché.

– Perché? Perché quel disegno non ha senso. Non c’entra niente con la guerra, eppure gli hanno dato dieci.

La cosa finì lì.

La sera, non so come mai, mi venne un’improvvisa voglia di pensare e scrivere. Presi il mio diario. Sulla copertina campeggiava una mia frase: “La cosa che mi fa più paura: una pagina bianca. La cosa che mi piace di più: una pagina bianca”.

In giro per quel diario c’era un po’ tutta la mia vita. Era il mio Vitto tascabile. Quando stavo per cominciare, vidi sul comodino accanto al letto il disegno di Gio, quello che mi aveva fatto vedere dopo pranzo.

Mi domandai di nuovo come fosse possibile che avesse preso dieci per quel disegno stilizzato e fuori tema. Provai ad analizzarlo in base ai colori e alle forme, ma nulla. Sentivo che c’era altro, qualcosa che non riuscivo a comprendere. Perché la donna? Perché il gelato? Perché da sola? Perché triste su un lato della panchina? Cosa voleva comunicare?

Sarebbe stato facile archiviare la cosa come una delle sue stramberie.

Sarebbe stato facile pensare che non avesse capito la consegna.

Sarebbe stato facile, sì. Ma mi ricordai che aveva la mia stessa vecchia professoressa. Lei scriveva sempre i giudizi descrittivi sul quaderno di ogni alunno, disegno per disegno. Scesi a prendere la cartella di Gio e trovai il quaderno di Arte. Ultima pagina. Eccolo, il giudizio. Lessi:

Alla richiesta di illustrare la guerra, tutti gli studenti della classe hanno disegnato fucili, cannoni, bombe, morti. Tutti tranne uno. Mazzariol ha scelto di rappresentare la guerra a modo suo: la ragazza è la fidanzata di un soldato che è partito per la guerra. Ora deve andare a prendere il gelato, che per Mazzariol è la cosa più bella del mondo, da sola.

La guerra è anche questo: andare a prendere il gelato da soli”

Lo stomaco si è stretto, gli occhi si sono bagnati e gli applausi hanno riempito di bellezza, gratitudine e di una consapevolezza nuova la sala del Teatro Sociale di Luino.

Presenti alla serata anche il sindaco Enrico Bianchi, l’assessora ai Servizi Sociali Elena Brocchieri, il preside del liceo scientifico “Vittorio Sereni” David Arioli, la preside dell’Istituto Comprensivo “B.Luini” Chiara Grazia Galazzetti, la deputata varesina di Italia Viva Maria Chiara Gadda e il prevosto di Luino, don Sergio Zambenetti.

La famiglia Mazzariol ha poi deciso di andare a mangiare al Grotto del Sorriso a Cassano Valcuvia.

Generica 2020

Pubblicato il 14 Marzo 2022
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