Frontalieri, Alfieri e Astuti: “L’accordo tra Italia e Svizzera è il primo esperimento di federalismo fiscale”
Nella seconda tappa del tour di ascolto organizzato dal PD dopo due anni di pandemia, il senatore e il consigliere hanno tenuto un incontro con i sindaci dell'Alto Varesotto e hanno parlato di frontalieri e non solo
“L’accordo fiscale tra Italia e Svizzera che verrà votato dal Parlamento entro la primavera tutela i territori di confine, gli interessi dei frontalieri e delle loro famiglie. E’ il miglior patto possibile perché regola e supera tutti i compromessi del passato. Di fatto è il primo esempio di federalismo fiscale in Italia”. Lo hanno detto oggi il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri e il consigliere del partito democratico Samuele Astuti incontrando i sindaci dell’alto Varesotto a Ponte Tresa, seconda tappa del tour di ascolto organizzato dal PD dopo due anni di pandemia.
“Dopo anni di dibattiti e anche di intese controverse, come quella del 2015, finalmente sta per essere approvato un accordo economico che regola le entrate finanziarie di questi territori – spiega Alfieri – Nello specifico non solo sarà garantito il sistema dei ristori per i Comuni, ma anche tutto quello che arriverà in più rimarrà agli enti locali. Inoltre, è stato istituito un fondo fiscale per le infrastrutture e per lo sviluppo economico-sociale”.
“Finalmente l’accordo del 1974 che prevede l’imposizione quasi esclusivamente in Svizzera cesserà di esistere. Dagli anni Settanta, infatti, abbiamo assistito a uno sbilanciamento economico importante a favore del Canton Ticino. Il divario salariale prodotto dalla Svizzera era fonte di problemi per questi territori, soprattutto perché incentivava la fuga oltreconfine della miglior manodopera – sottolinea Astuti – Gli effetti dell’intesa cominceranno a vedersi già il prossimo anno”.
Dopo l’incontro con i sindaci, i due esponenti democratici hanno parlato della riforma sanitaria di Regione Lombardia che il Governo ha chiesto di modificare, soprattutto in tema di case e ospedali di comunità. Non potendo visitare le Rsa, per le restrizioni legate alle norme anticovid, hanno comunque incontrato gli amministratori di due strutture per discutere del futuro di queste strutture.








