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L’Anpi Luino ricorda Goti Bauer, venduta dai passatori di Cremenaga e sopravvissuta ad Auschiwitz

Un destino comune a quello di Liliana Segre: entrambe ebree, entrambe arrestate in provincia di Varese mentre cercavano riparo in Svizzera, entrambe testimoni della Shoah

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(A cura dell’Anpi di Luino)

 LA TRAGICA DISAVVENTURA DI GOTI BAUER

L’Anpi di Luino, nell’impossibilità di organizzare una manifestazione in occasione del Giorno della Memoria, ricorda la storia di Goti Bauer che, tradita da dei contrabbandieri che l’avevano accompagnata al valico di Cremenaga, fu venduta ai tedeschi di stanza a Ponte Tresa ed in seguito deportata ad Auschwitz dove la sua famiglia venne sterminata dall’aberrante follia nazista. Accanto a Italiani che offrirono generosamente aiuto agli Ebrei ed ai perseguitati politici, rischiando in prima persona, vi furono però, anche nella nostra zona, degli autentici giuda che non esitarono a barattare la vita di questi disperati per un pugno di denaro.

DUE FAMIGLIE: UN SOLO TRAGICO DESTINO

In un libro sulla loro deportazione Liliana Segre e Goti Bauer raccontano la storia dell’arresto in provincia di Varese. I loro beni furono confiscati e mai più restituiti.
I destini di Liliana Segre e Goti Bauer hanno molto in comune: entrambe ebree, entrambe arrestate in provincia di Varese sul confine con la Svizzera mentre cercavano di fuggire dalla persecuzione dovuta alle leggi razziali, entrambe detenute nel carcere di Varese, entrambe sopravvissute all’orrore di Auschwitz, entrambe testimoni della shoah. La prima è stata arrestata a Selvetta di Viggiù il 23 dicembre del 1943, la seconda a Cremenaga il 2 maggio del 1944. In tutti e due i casi a determinare la tragica svolta al loro destino sono stati degli italiani: i militari che le hanno arrestate e i «passatori» varesini che, anziché portarle in salvo oltre confine, le hanno tradite e vendute ai tedeschi.

UN LIBRO PER TESTIMONIARE

Liliana Segre e Goti Bauer hanno raccontato questa storia nel libro intervista «Come una rana d’inverno» (Tascabili Bompiani) della giornalista Daniela Padoan. «Era il primo maggio – racconta la Bauer – e verso le sei di sera, dopo aver aspettato in un bar, ci affidarono a due guide. Erano i famosi passatori, contrabbandieri che conoscevano tutti i sentieri di montagna per arrivare al confine. Ogni sera gli venivano affidati una quindicina di persone. Da Varese ci portarono in tram fino a Ghirla e, per ore e ore, su è giù per quei sentieri di montagna. Noi con la massima fiducia abbiamo affrontato quella traversata notturna. A un certo punto verso le quattro e mezza di mattina, questi due ragazzetti molto premurosi, ci hanno detto: “siete arrivati, dovete attraversare solo quel ponticello, sollevare quella rete. Non possiamo venire con voi, per cui vi salutiamo qui”. Si sono girati, hanno emesso un fischio e a quel punto alla nostra destra si sono accese delle luci. C’era una casermetta da cui sono usciti dei finanzieri che hanno sparato per aria e ci hanno gridato che eravamo in arresto.

 L’ARRESTO A CREMENAGA

«Il posto dove siamo stati arrestati si chiama Cremenaga, esattamente sul confine. Il nostro arrivo era già stato segnalato ai tedeschi che avevano il loro quartiere generale a Ponte Tresa» racconta nell’intervista Goti Bauer. I due passatori furono arrestati e processati nel 1946. Nonostante la pesante condanna, rimasero in galera poco tempo. Di questa storia c’è un altro aspetto che non è mai stato chiarito: quello dei beni che gli ebrei in fuga verso la Svizzera affidavano a gente del posto e mai più restituiti a coloro che sono sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. «Qualche anno fa sono andata a Cremenaga – continua Bauer – a fare la mia testimonianza per il film “Memoria”, un anziano signore del posto mi ha detto: “Lo vede quel quartiere, tutto pieno di case nuove? Lo hanno costruito loro, con i vostri soldi. E anche altri, a Cremenaga, mi hanno detto che quei tre vivono ancora allegramente e che hanno aperto un bar”».

PERCHE’ RICORDARE

Gabriele Nissim, nel libro Domande sulla Memoria, afferma: «E’ importante che nelle giornate della memoria ci sia una costante informazione non solo sulla Shoah e sui genocidi del passato, ma su tutte le atrocità di massa del nostro tempo come ad esempio la persecuzione genocidaria nei confronti dei rohingya in Birmania, degli yazidi in Irak, degli uiguri in Cina, i crimini dell’Isis, gli stupri di massa in Congo, fino agli effetti devastanti delle pandemie, dei cambiamenti climatici che possono provocare migrazioni, conflitti e tragedie la cui portata va oltre alla nostra immaginazione»

Pubblicato il 26 Gennaio 2022
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