“Badanti e infermieri sempre più rari, milioni di anziani rischiano di rimanere soli”
Rosario Rasizza, AD di Family Care, lancia l'allarme nel settore dell'assistenza domiciliare: "La valorizzazione del ruolo delle badanti deve essere messo al centro dell’attenzione istituzionale
«Se in Italia non provvederemo a potenziare il sistema di assistenza domiciliare, chi ne farà le spese saranno soprattutto, e ancora una volta, le persone più anziane». Questo l’allarme lanciato da Rosario Rasizza, AD di Family Care, Agenzia per il Lavoro controllata da Openjobmetis e autorizzata dal Ministero del Lavoro per offrire servizi di ricerca, selezione, somministrazione di assistenti familiari, più comunemente chiamati badanti. «Occorre prendere atto che, in un Paese che è ad oggi il più anziano d’Europa, la valorizzazione del ruolo delle badanti deve essere messo al centro dell’attenzione istituzionale. Come Ad di Openjobmetis, Agenzia per il Lavoro attiva sul fronte della ricerca di infermieri e di Family Care, specializzata invece nella selezione di assistenti familiari, ho la possibilità di osservare quanto l’impegno per arginare la cronica mancanza di queste due preziose figure sia l’unica via per contrastare le difficoltà che potranno acuirsi nel prossimo autunno pandemico», conclude Rosario Rasizza.
Oggi, in Italia, ci sono circa 3 milioni di persone anziane fragili, che hanno cioè bisogno di un’assistenza più o meno intensa: si va dalle piccole limitazioni a un bisogno totale di assistenza per le 24 ore; purtroppo, in un processo di progressivo peggioramento. Il Covid ha messo a dura prova il sistema di sostegno agli anziani fragili: l’impreparazione davanti a un fenomeno tanto disastroso è in parte comprensibile, ma resta un enorme problema di “improvvisazione” nell’affrontare il tema degli anziani in Italia. Secondo i dati elaborati da Censis per Family Care, Agenzia per il Lavoro fondata e controllata da Openjobmetis SpA e specializzata nei servizi di ricerca, selezione e somministrazione di assistenti familiari, il 53% dei nostri anziani non autosufficienti è a carico delle famiglie, che devono occuparsene da sole o con l’aiuto delle badanti.
Dove stanno oggi gli anziani non autosufficienti? Per il 10% in RSA o simili, un altro 10% in semi residenziale (si recano in una struttura solo di giorno), il 27% gode di un’assistenza domiciliare (ma in media un numero irrisorio di ore, mediamente 16 ore all’anno) e, come detto, il 53% con le rispettive famiglie, da sole o con l’aiuto delle badanti. A quest’ultimo 53% va aggiunto il numero degli assistiti domiciliarmente per il restante delle ore in cui non godono di assistenza dal sistema sanitario nazionale: parliamo quindi di oltre 1,5 milioni di persone che possono contare sull’aiuto delle famiglie o delle badanti. In Italia le badanti registrate all’INPS sono circa 410.000 (+39% rispetto a 10 anni fa!).
Almeno altre 600.000 sono totalmente irregolari e resiste ancora una sorta di “area grigia”:
- il 45% dichiara di lavorare non più 29 ore alla settimana
- solo il 15% dichiara un reddito maggiore di 13.000 euro all’anno
- il 79% dichiara non più di 12.000 euro l’anno e il 42% meno di 6.000
Da non sottovalutare anche l’invecchiamento delle badanti:
- il 59% ha più di 50 anni, 10 anni fa era il 36%
- il 22% ha più di 60 anni, 10 anni fa era il 7%
- solo il 17% ha meno di 40 anni, 10 anni fa erano il 34%
Family Care, l’Agenzia per il Lavoro specializzata nell’assistenza familiare, si pone come obiettivo quello di lavorare in prima persona a fianco delle famiglie e dell’assistente familiare per creare un rapporto di armonia e fiducia da cui non si può prescindere, soprattutto quando la quotidianità e la salute di un proprio caro è nelle mani di una persona estranea alla famiglia.
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