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“Siamo sicuri che noi studenti dobbiamo recuperare il tempo perso?”

Valentina, studentessa delle superiori, racconta quanto ha imparato in questo anno di emergenza e chiede che sulla bilancia si mettano anche le nuove competenze e capacità acquisite

didattica a distanza

La scuola prosegua fino a fine giugno per recuperare questi mesi di emergenza. Il dibattito innescato da una proposta del presidente incaricato Mario Draghi ha acceso il dibattito su quanto e cosa si è perso in questi mesi. Dirigenti, sindacati, docenti, politici stanno dibattendo. Noi diamo spazio a ciò che pensano i ragazzi, i protagonisti silenziosi di questa pandemia. 


La scuola fino al 30 giugno. Si tratta di recuperare ciò che è stato perso!
Al di là delle problematiche temporali legate agli esami di terza media e della maturità, siamo sicuri che dobbiamo recuperare il tempo perso?
Diamo valore a ciò che siamo e che siamo stati capaci di fare. Se solo un anno fa ci avessero detto che saremmo stati capaci di postare un modulo di google drive con un link interattivo attraverso un adobe spark chi ci avrebbe capito? Non solo noi nativi digitali, ma anche gli adulti, hanno imparato a lavorare in smart working, come la politica ha imposto il paypal con il cashback.

Tutte queste competenze sono tempo perso? Cosa dovremmo recuperare? Quello che abbiamo perso è la nostra spensieratezza al cambio dell’ora, le cavolate condivise nell’ora buca. Ora con chi ridiamo dalle 8 alle 14? Dobbiamo anche chiedere di andare in bagno… a casa nostra!

Abbiamo imparato ad essere pazienti davanti a professori isterici e a problemi tecnici, a suggerire con calma di cliccare “DONE”. Abbiamo imparato a sopportare di essere interrogati a testa bassa fissando il tavolo della cucina, dopo aver spostato a distanza lo smartphone. Abbiamo imparato ad automotivarci. Abbiamo imparato a gestire spazi chiusi senza impazzire.

Abbiamo imparato a cucinare per il fratellino mentre la mamma è al lavoro. Abbiamo imparato a studiare da soli. Abbiamo imparato ad organizzare in 24 ore il rientro a scuola e quindi tutte le potenziali interrogazioni. Abbiamo imparato a coltivare le amicizie a distanza. Abbiamo imparato a non annoiarci in questo tempo dilatato.

Perché nessuno riconosce quanto siamo cresciuti in queste competenze di vita? Sarà un argomento scolastico affrontato in meno che ci renderà persone peggiori? Oppure saranno queste abilità a renderci diversi dalle generazioni precedenti, ma non per questo con minor valore.

Quando tutto questo sarà passato non saremo più come prima, ci vorrà del tempo perché una stretta di mano o un bacio non ci sembreranno strani; perché si riesca ancora a vivere con leggerezza. A noi giovani è stato chiesto il sacrificio più grande per la nostra età: limitare la socializzazione.

È solo per questo che ci serve tempo in più: per re-imparare a con-vivere. Ma per questo non basteranno 15 giorni a giugno!

E voi ragazzi cosa ne pensate della proposta di Draghi e di questa scuola in emergenza? Rispondi al sondaggio

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Pubblicato il 12 Febbraio 2021
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