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Tra reggae, elettronica e malinconia, Nestore presenta il nuovo singolo “Campari e pagherò”

Il musicista sestese e frontman della band Monkey Scream racconta il suo ultimo inedito

Nestore, Ernesto Crespi

Si chiama “Campari e pagherò” il nuovo singolo di Ernesto “Erno” Crespi, in arte Nestore. Il musicista sestese, conosciuto nella scena musicale anche grazie agli animatissimi e amatissimi concerti della cover band Monkey Scream, è pronto a rilasciare la sua ultima fatica, in uscita allo scoccare della mezzanotte del 24 aprile.

«In realtà – spiega il cantante – il testo della canzone ha già qualche anno. Si può dire che è rimasta in stand-by fino ad adesso. L’idea arrivò da una frase che mi venne detta un giorno, mentre ero sovrappensiero: “Non so come interpretare il tuo silenzio”. Parole che ho ripreso e che aprono la canzone».

Un pezzo estivo, fresco e dalle sonorità elettroniche che fanno da contraltare a un testo più triste e malinconico: «La prima versione di “Campari e pagherò” – racconta Nestore – era suonata con gli Avanzi di Balera e inizialmente aveva un arrangiamento dai toni funky». Adesso invece, grazie al lavoro del produttore romano Walter Babbini il pezzo ha una veste più moderna, “elettro-reggae”. «Anche se prima non ero mai riuscito a inserirli nelle mie canzoni, ho sempre amato i sintetizzatori e i suoni elettronici».

Nonostante una pausa dai concerti imposta dal coronavirus, il cantante sestese non si è fermato, continuando invece a lavorare sulla propria musica, in previsione di un EP previsto per l’autunno: «Questo è il pezzo di cui sono più orgoglioso, lo riascolto molto volentieri e anche dai miei amici fidati sono arrivati riscontri positivi – ammette Nestore – Quando parte il ritornello muovono tutti la testa: è il segno che funziona. È vero però che per un cantante la canzone più bella è sempre l’ultima che viene scritta. Al momento sto continuando a scrivere e a lavorare a nuove canzoni– conclude-. In particolare mi piacerebbe poter includere nell’EP anche gli ultimi due brani, in linea con le sonorità di questo mio percorso».

 

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 22 Aprile 2020
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