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Luino fra passato e futuro: una sfida che passa dalla rete

Il primo giorno, di passaggio fra campagna e città, ha permesso di incontrare alcuni dei protagonisti del cambiamento del territorio

Ne ha fatta di strada il bar della Malpensata da quando alla fine degli anni Sessanta arrivavano a ore inspiegabili i contrabbandieri di sigarette: oggi – racconta Giorgio Ferrari assieme alla figlia Francesca – è un locale con cinquanta candeline spente l’anno scorso che accoglie prima i frontalieri e poi alle 9 del mattino operai indaffarati con l’ultima colazione e signori in pantaloncini che hanno appena parcheggiato la bici che arriva dalla Valcuvia seguendo l’asta del Margorabbia.

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Eccolo il primo segno del cambiamento, di quella variazione di passo che segue il desiderio di tanti di staccare seguendo la natura e il suo corso, e che ha un valore: la pista ciclabile che si snoda per ora da Cuveglio fino a Luino.

«Il cicloturismo in provincia di Varese è un settore con un potenziale di crescita altissimo anche in considerazione del patrimonio paesaggistico-ambientale del territorio», si legge negli “Scenari di futuro” di The European House Ambrosetti realizzato in collaborazione con Confartigianato Varese nel marzo scorso «che in Germania attiva un valore economico di 5,5 volte superiore rispetto all’Italia». Per la cronaca stiamo parlando di una cifra che per Berlino è «pari a 9 miliardi di euro all’anno, e rappresenta il 10% dell’indotto turistico totale» (fonte: Politecnico di Milano». Una mela da cogliere, insomma.

E in un paesaggio che arriva dal verde, il secondo incontro con le opportunità di un territorio in cambiamento ha il colore dell’acqua del Tresa e viene pronunciato dall’architetto Paolo Poloni. Studi in Svizzera, importanti riconoscimenti per progetti realizzati nella riqualificazione di un quartiere fiorentino partito dall’ammodernamento di una caserma, questo giovane professionista offre importanti suggestioni su un territorio che sta cambiando. Da un lato del fiume c’è la Multipla, dall’altro l’area Ratti: che significato hanno per la città e per il Luinese? «Rappresentano un’opportunità importante poiché le aree dismesse a Luino costituiscono il 40% del costruito». Una superficie vasta, enorme, che non solo le amministrazioni pubbliche intendono valorizzare, ma che rappresentano una seconda, vera, risorsa economica che ha quasi del paradossale.

Lo ha spiegato con parole molto chiare uno stakeholder attivo nella città, Antonello Leccese, del Gruppo Leccese: «Le aree industriali riqualificate debbono coesistere con una visione del territorio che sfrutti questi luoghi per una visione turistica, che punti sull’attrattività e sull’offerta reale in termini di bisogni, per quanti scelgono l’area del Verbano per venire in vacanza». Per il suo business questo si traduce anche in acquisti di case vacanza. Ma rimane comunque un ragionamento valido sul potenziale elevato del Verbano che un altro operatore del settore, ma rivolto esplicitamente al turismo, ha saputo spiegare.

Leonardo Luz, proprietario dell’hotel Camin di Luino non solo spiega come ha saputo trasformare il Lago Maggiore in un “brand” – e in un profumo – ma offre anche una ricetta per l’indotto turistico, nel suo caso rivolto ad una clientela di alto livello: «Più che destagionalizzare, il mio obiettivo è di allungare la stagione, proponendo novità, coccolando il cliente con iniziative collaterali, variare l’offerta», racconta aprendo la suite 105, al primo piano, vista lago e balconcino privato, «e non avere paura di internet, o di AirB». Proprio così, il bistrattato gigante delle vacanze in appartamento, criticato e in alcuni casi ostacolato e che in bocca ad un albergatore potrebbe suonare come una provocazione, viene inaspettatamente a rappresentare la mossa dello judoka: sfruttare la forza dell’avversario al proprio scopo e attirare un maggior flusso di turisti che possano in qualche modo interagire comunque col tessuto economico, con l’indotto.

Di fronte a queste sfide, il Pubblico deve rispondere. Sul piano della rete Laura Frulli, esercente (la mitica gelateria vicina al ponte sul Tresa) consigliere comunale con delega a Commercio e Turismo non ha dubbi: «Va sfruttata la rete che stiamo tessendo assieme a Camera di Commercio e Regione, ma anche la rete in senso stretto fra i commercianti del territorio che nell’ottica della globalizzazione devono fare fronte comune: il mio vicino di bottega deve essere un mio alleato per vincere questa sfida, non più un concorrente».

La Luino del futuro passa anche attraverso la riqualificazione del Centro, della piazza Garibaldi: il saluto ufficiale del vice sindaco Alessandro Casali passa proprio dalla nuova piazza Garibaldi che l’amministrazione vuole inserire in un ampio progetto di riqualificazione: «Dove oggi passeggiamo, solo qualche anno fa c’era un parcheggio. Ora è più importante offrire al turista, che arriva anche da lontano, un contesto più gradevole, per farlo ritornare».

Sempre di rete si è parlato anche con Daniele Filippi ed Erik Bastioli: «Quando mi sono laureato Internet ancora no c’era», ha spiegato uno dei proprietari di Autosoft di Germignaga, «ora è strumento indispensabile». Questa azienda un po’ casa editrice un po’ fucina di nuova tecnologia che serve a simulare guide notturne e in autostrada è famelica di nuovi talenti, che fatica a trovare, stretta fra gli alti stipendi della Svizzera e la forte attrattività suscitata da Milano.

L’ultimo tassello del primo giorno di viaggio nel cambiamento del Luinese ha il sapore del cioccolato di Rita Buffa, giovane cioccolataia trentina che ha aperto da non molto e che ha trovato casa nel quartiere artigianale di Luino, sempre sull’asta del Tresa, non distante dall’ospedale.
Una professionalità acquisita sul campo che ha destato l’interesse dei media d’oltreconfine, poiché Rita vende il cioccolato agli svizzeri. «Proprio così, in tanti vengono da me chiedendo anche produzioni su misura», racconta. Ma Luino è davvero così attrattiva per una giovane imprenditrice? «Sì, lo è. Qui trovo materie prime utili alla mia produzione ma anche i clienti, che attraverso i social mi trovano».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 18 Giugno 2019
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