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“Ancora troppi i punti inquinati dei laghi del Varesotto”

In circa il 50% dei punti in cui la campagna Goletta dei laghi di Legambiente ha effettuato le rilevazioni le analisi risultano oltre i limiti imposti dalla normativa vigente

Goletta dei laghi

Molte situazioni di forte inquinamento, altre nelle quali la soglia è “solamente” al di sopra di quella consentita e alcuni paradossi come quello del lago di Varese dove le analisi non rivelano criticità ma la situazione sappiamo non essere rosea.

Sono le rilevazioni condotte dalla tappa dalla campagna Goletta dei Laghi di Legambiente sui laghi del Varesotto che, tuttavia, vanno contestualizzate meglio. I presupposti non lasciano tranquilli: circa il 50% dei punti in cui gli ambientalisti hanno effettuato le rilevazioni e le analisi risultano oltre i limiti imposti dalla normativa vigente in Italia, per quanto riguarda la presenza di escherichia coli ed enterococchi batterici, dovuti a scarichi fognari non depurati o abusivi. È bene chiarire, però, che le analisi non sono state effettuati in punti spot ma sono stati scelti punti dei laghi nei quali già erano state segnalate delle criticità o dei sospetti di inquinamento proprio per verificarne le reali condizioni.

Questo non addolcisce la situazione: ancora criticità sono state trovate sulla sponda lombarda del lago Maggiore, nella provincia di Varese: 4 punti sui 9 monitorati risultano “fortemente inquinati” e parliamo della foce del torrente Boesio  e dello scarico in lungolago Parabò a Laveno, della foce del torrente Bardello a Besozzo e di quella dell’Acquanegra a Ispra. Entro i limiti le analisi alla foce del torrente Colmegnina a Luino, quella del canale comunale a Germignaga e il torrente Monvallina a Monvalle. Buone notizie da Angera, dove il torrente dell’Oasi Bruschera quest’anno risulta entro i limiti.

Notizie invece pessime dal lago Ceresio, condiviso con i vicini del Canton Ticino, secondo quanto spiegano da Legambiente: 5 punti su 6 sono tra inquinato e fortemente inquinato, un segnale di continuità rispetto all’anno scorso. Nessuna delle criticità riscontrate negli ultimi anni hanno ricevuto la giusta attenzione da autorità ed enti gestori: a Porto Ceresio la foce del torrente Vallone e quella del rio Bolletta non superano ancora la prova dei monitoraggi, inquinata anche quella del Brivio; in provincia di Como, a Claino con Osteno, sempre inquinata la foce del fiume Telo di Osteno. Entro i limiti la spiaggetta di via Brusimpiano a Lavena Ponte Tresa, inquinata quella del lungolago Ungheria.

Risultano invece entro i limiti le analisi condotte sul lago di Varese in corrispondenza del fiume Bardello, della foce del canale Brabbia e del porticciolo di Capolago: «In questo caso – spiega Alberto Minazzi – queste rilevazioni dicono poco perché i problemi del lago di Varese sono molto più complessi e riguardano altre caratteristiche: una è proprio la conformazione del lago affetto da fortissima eutrofizzazione, l’altra, contro la quale ci stiamo battendo, è l’enorme peso dell’urbanizzazione che gravita sul lago e che non è stata accompagnata dalla necessaria infrastruttura fognaria. Da pochi giorni si è costituita, dopo 14 anni di attesa, la società che si occuperà della gestione del sistema idrico varesino: non si perda altro tempo e si facciano gli investimenti necessari».

«I monitoraggi della Goletta dei Laghi – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – dovrebbero essere uno sprone per intervenire decisamente sulle criticità che compromettono l’ecosistema dei bacini lombardi. E invece il più delle volte il nostro equipaggio raccoglie promesse e buone intenzioni, ma nulla più».

Pubblicato il 09 Luglio 2015
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