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“Riattaccheremo la corrente all’ascensore per pesci”

Un lettore ci scrive in merito al corridoio ittico di Creva, inaugurato il 5 maggio e fermo. Rispondono dall’Enel: “Lavori in corso per la centralina elettrica”

diga creva pesciHa senso un fiume senz’acqua? La risposta è scontata ma è così che appare in questi giorni il corridoio ittico di Creva (nella foto): siamo a Luino e lungo il Tresa è stato realizzato un manufatto che dà la possibilità ai pesci di risalirlo. Un’inaugurazione in pompa magna lo scorso 5 maggio con un nobile obiettivo: riallacciare i collegamenti fra il mare e le acque interne così da offrire la possibilità a diverse specie (anche pregiate, come lo storione) di tornare a ripopolare i bacini d’acqua dolce.
Tutto bene? Non proprio, perché un lettore qualche giorno fa ci ha scritto una mail per informarci di quanto segue: «Nei giorni scorsi, sono passato per caso in bici dalla diga in oggetto e per curiosità, ricordandomi del vostro articolo, mi sono fermato un attimo per osservare quest’opera, a mio avviso utile e importante per i nostri laghi. Purtroppo ho avuto l’impressione che le vasche fossero tutte completamente vuote. Di conseguenza, nonostante l’inaugurazione del 5 maggio scorso, i pesci non se ne possono ancora fare niente di questa infrastruttura, a meno che non si muniscano di corde d’arrampicata e picozza. Sapete dirmi come mai questo impianto non è ancora in funzione nonostante sia già stato inaugurato?», scrive il lettore, che chiede riservatezza circa le sue generalità.
diga creva pesciDopo questa segnalazione ci siamo recati direttamente sul posto per verificare che cosa è successo. Prima di raccontare la vicenda, contestualizziamo il tutto: il corridoio fa parte del progetto LIFE CON.FLU.PO., che – lo spiega il sito ufficiale – ha l’obbiettivo di ricollegare i fiumi un tempo sbarrati artificialmente, in primis Ticino e Po, fino al mar Adriatico. Fra gli affluenti c’è anche il Tresa, su cui è collocata la diga. Questo corridoio è uno dei più alti d’Europa (23 m) e si estende per 210 metri, permettendo alla fauna ittica locale la salita e la ridiscesa della barriera architettonica per posare le uova.
Il progetto è costato 1,2 milioni di euro, finanziato da diversi enti (tra cui stato, regione, provincia e UE), ed è stato inaugurato nella giornata del 5 maggio alla presenza del governatore lombardo Roberto Maroni. Progetto meraviglioso che permetterà di valorizzare la pesca nella nostra regione, dove si trova il 75% dell’acqua dolce italiana. Ma tornando alla domanda del nostro lettore, siamo andati a visitare i dintorni della diga in due momenti della giornata del 9 luglio: prima di tutto in mattinata alle 9 e 30, orario in cui abbiamo abbandonato la macchina su uno spiazzo e ci siamo fatti a piedi un tratto della strada che dal paesino di Cremenaga porta a Creva. La strada è poco trafficata, e immersa in una natura selvaggia: da un lato la montagna, dall’altro l’invaso che raccoglie il flusso del Tresa per bloccarlo con una diga. Arrivati sul luogo, ci siamo subito accorti della lunga costruzione a lato della strada che collega le due parti del fiume interrotte dall’invaso. Per avere una visuale migliore senza entrare in zone vietate ai non addetti ai lavori, abbiamo dunque aggirato la struttura attraverso i boschi circostanti, alla ricerca di una buona visuale dall’alto. Nel farlo siamo anche rimasti molto stupiti della bellezza della flora locale, e della portata dei lavori in corso, ma no, non c’era alcuna traccia d’acqua lungo il corridoio ittico. Siamo tornati in serata, attorno alle 18 e 50, per verificare che la situazione fosse la stessa, non notando cambiamenti.
diga creva pesciCi siamo dunque rivolti all’assessorato regionale all’agricoltura, ente organizzatore dell’evento dei primi di maggio scorso: «Il passaggio pesci di Creva è in capo alla
Amministrazione provinciale di Varese», è stata la risposta
.
Da Villa Recalcati i tecnici hanno spiegato che la mancanza d’acqua nel corridoio «è normale, dal momento che Enel sta eseguendo dei lavori»; «se il bacino si abbassa – hanno spiegato dalla Provincia- anche il corridoio può essere privo d’acqua».
Sentiamo Enel green power spa, allora. L’azienda è responsabile dell’impianto idroelettrico della diga di Creva e pure organizzatrice del progetto, presente anche tra i finanziatori della scala di risalita dei pesci, che ne è opera complementare soprattutto dal punto di vista ambientale. L’azienda è al corrente della situazione e spiega: «L’assenza di acqua all’interno delle vasche è dettata dall’esigenza di realizzare una centralina capace di governare il flusso dell’acqua mediante stazione di pompaggio e altri accorgimenti che renderanno quest’opera attiva a breve». «Di questa situazione sono stati informati gli enti interessati – aggiungono dall’azienda -. Dal punto di vista della realizzazione dell’opera, si è data precedenza alla costruzione dell’impianto di risalita, per realizzare in un secondo momento la centralina elettrica che darà energia alle condotte».
Ci siamo dunque chiesti quanto durerà questa situazione e quali saranno i tempi dedicati ai lavori. «I tecnici stanno lavorando dai primi del mese di luglio – concludono da Enel – ed è verosimile che i lavori termineranno a breve. Per il completamento della centralina (e per lasciare quindi le vasche di risalita prive d’acqua ndr) è stato scelto questo momento poiché la gran parte dei pesci non risale i fiumi in questa stagione per deporre le uova».
Nella speranza di aver fornito una risposta esaustiva al nostro lettore, ci premureremo di dare notizia della riapertura di questo importante impianto per la vita della nostra fauna ittica.

Pubblicato il 12 Luglio 2014
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