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Quella fucina di fede che fioriva con la musica

San Vittore di Bedero, una chiesa con collegiata immersa nel silenzio e ricca di simbologia affascinante svela le sue ricchezze, a partire dagli antichi antifonari ambrosiani. Un viaggio lungo secoli nella storia lombarda

chiesa antifonario bedero articoloUn gatto dipinto dietro l’abside, con in bocca un topo e che guarda il coro in legno del 1600, affrescato con data dipinta in numeri arabi: 1510. Un San Vittore biondo, coi boccoli e quasi diafano che precede un esercito di mori dai volti tenebrosi. E un uomo col viso da leone (nella foto – un lettore ci dice essere San Marco), che negli affreschi fa la linguaccia.
C’è tutto questo nella pieve di San Vittore a Brezzo di Bedero, dove a questa simbologia così carica di storia, da secoli impressa nei colori degli affreschi, si somma anche il vero e proprio mistero del ritrovamento degli antifonari ambrosiani di inestimabile valore, rinvenuti nel corso degli anni ‘70 durante i lavori di restauro e che ci hanno dato lo spunto per visitare questo capolavoro.
La basilica vanta unchiesa antifonario bedero articolo nucleo antico risalente al periodo romano, edificata probabilmente un secolo dopo il martirio del Santo guerriero, (morì a Lodi Vecchio nel 303) e fatta ricostruire dopo il “Privilegio Robaldino”, l’atto con il quale nel 1137 l’allora arcivescovo di Milano, Robaldo, la fece demolire e riedificare.
«Le fondamenta sono ancora oggi visibili – spiega il diacono Armando Caretti, che insieme all’esperto di storia locale Roberto Cecconi ci accompagnano alla scoperta della Pieve – . Sono di epoca romana. Qui, da queste alture era possibile controllare l’intera parte alta del lago Maggiore, in particolare Caldè, e la zona a nord del bacino, il cui livello, 2000 anni fa era alto molti metri in più rispetto a quello attuale: le acque si spingevano fino a Mesenzana. L’avere un avamposto, se non militare, per lo meno di osservazione, rappresentava un vantaggio strategico di non poco conto per il controllo dei confini settentrionali e dei traffici attraverso l’importante via d’acqua».
C’è anche una cripta, proprio sotto l’altare, ma fatta interrare (nella foto qui sotto): i basamenti più antichi sono appena visibili; alcune delle travi in legno che sovrastano la navata centrale risalgono al 1200. E forse, proprio sopra queste travi vennero trovati gli antifonari realizzati a mano con inchiostro e pergamena, lasciati lì come in un cimitero dei libri.
chiesa antifonario bedero articoloAffianco all’altare, sotto lo sguardo vigile del Cristo Pantocratore, si apre una porta.
È entrando qui che San Carlo Borromeo (siamo nel ‘500) decise di realizzare nuovi spazi da destinare alla canonica, già allora utilizzata come collegiata e dove, anni prima, presero vita gli antifonari estivi e invernali che raccoglievano i canti ambrosiani. Per farlo vennero sacrificati i volumi delle navate, oggi sempre tre ma di gran lunga ridotti rispetto agli spazi originari: così facendo vennero realizzate ben due sacristie: in una delle quali c’è proprio l’affresco che ritrae San Vittore.
La canonica era una struttura abitata fino a qualche decennio fa dai parroci che si sono succeduti nella gestione della chiesa e costituisce la parte chiusa al pubblico di questo gioiello fuori mano, ma dal fascino che conquista a prima vista. chiesa antifonario bedero articolo
Nelle fondamenta capitelli romani: segni che parlano del passato più remoto di questo luogo.
Una storia che merita di essere raccontata, riguarda quanto avvenuto in questa chiesa più di trent’anni fa. Era il periodo della ristrutturazione, fine anni ‘70: la struttura vicina all’altare era composta a volte, e si volle saggiarne la consistenza e l’eventuale presenza di cavità: caddero le pesanti “vele” in muratura, ma le rovine non torsero un capello a Don Domenico e ad altre persone in quel momento presenti in chiesa: due operai lì per i lavori. Nessun ferito, una vera fortuna: solo un alabastro dell’altare rimase scheggiato (nella foto qui sopra).
La collegiata è una chiesa oggi cara ai fedeli di Brezzo di Bedero: molti seguono la messa, a volte accade che sia oggetto di visita di studiosi. L’evento clou, però, rimane da anni il presepe vivente che viene allestito sotto Natale: un’enorme stella cadente parte dal campanile e giunge fino ai prati vicini dove ogni anno si celebra la Natività.

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