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Sharp Life, le borchie dell’aronese Maria Orfano per vedere la quotidianità da un punto di vista differente

L’idea dell’artista aronese Maria Orfano, offrire nuove prospettive donando un nuovo look (un po' punk) a bicchieri, clessidre, specchietti e gel igienizzanti

Sharp Life - Maria Orfano -

Il “dress code” tipico della “musica dark”, come il metal, il punk e l’emo, addosso ad oggetti di uso quotidiano. Bicchieri, clessidre, lampadine, specchietti e gel igienizzanti, tutti ricoperti da borchie per offrire un punto di vista nuovo a qualcosa che, giorno dopo giorno, viene invece dato per scontato.

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Sebbene la sua pagina Instagram si chiami acrylicneeds, è proprio grazie alle borchie che la giovane aronese Maria Orfano, ha deciso di lanciarsi a capofitto nel mondo dell’arte con il suo ultimo progetto dal nome “Sharp Life”. Perché a volte basta poco, un dettaglio inedito, una prospettiva differente, per dare una seconda vita ad oggetto. Parafrasando due grandi pilastri della letteratura, il formalista russo Viktor Školvskij e il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, se infatti si introduce un elemento inaspettato o imprevedibile a qualcosa di scontato si crea un effetto “straniante”, come se ci trovassimo per la prima volta davanti a ciò che in realtà conosciamo da anni, talvolta prima ancora di averne memoria effettiva.

Ed è sotto questa “nuova luce”, come quella delle borchie, che l’oggetto artistico stimola un pensiero, una riflessione – non è un caso che la teoria dello straniamento abbia caratterizzato molto l’arte nel corso del Novecento prima e del nuovo millennio poi. E così anche per il progetto Sharp Life di Maria Orfano, che unisce le spigolose e appuntite borchie ad oggetti della vita di tutti i giorni.

Maria Orfano

«Tramite la mia arte vorrei far scoprire qualcosa di nuovo alle persone o far trovare loro quello che magari stavano cercando. Alla fine il mio scopo è semplicemente questo: far conoscere il mio modo di vedere il mondo e condividerlo con gli altri» ci spiega Maria, che racconta la genesi di Sharp Life: «Circa un anno fa, è nata quest’idea all’improvviso, dal nulla, come spesso succede per le idee migliori. Ero fuori a cena, mi stavo guardando in giro e mi sono detta: “Devo fare un bicchiere borchiato”. Da quel momento l’idea delle borchie mi ha ossessionato ed il concetto iniziale si è sviluppato diventando a mano a mano più complesso».

Come ormai succede nell’era dell’internet, è sui social, sotto il nome acrylicneeds, che l’arte di Maria Orfano si è diffusa in un passaparola di contatti e condivisioni: «Dopo il primo esperimento del bicchiere da vino borchiato molti amici mi hanno incoraggiato a continuare, sostenendo la mia pagina Instagram dove ho posto le mie opere. Tutto è iniziato da ragazza, quando mi divertivo a creare e incollare i biglietti di compleanno alle mie amiche: già a quei tempi avevo la propensione per incollare, visto che adesso incollo le borchie (ride, ndr)».­

Una mente da sempre multiforme, quella di Maria, che ha saputo unire gli stimoli artistici, la volontà di espressione a un lato matematico, perfezionista, tipico dell’ingegnere, professione che Maria esercita dopo essersi laureata al Politecnico di Milano. Un’unione di due mondi: «Anche stimolare il cervello con la matematica in qualche modo mi aiuta a essere ispirata nell’ambito artistico – confida -. D’altronde anche la matematica è arte, no? Non si direbbe ma il lavoro che faccio mi dà tante idee e sono contenta di percorre due strade che si e mi completano».

In fondo la musica, grande passione di Maria – chitarrista e allieva di Alberto dei Keemosabe (band che sta conquistando la scena rock italiana e formatasi proprio ad Arona) – si basa proprio sulla matematica, a partire dalla sua divisione ritmica in quarti, ottavi, sedicesimi, ma non solo. La stessa musica che ha ispirato anche il progetto “Sharp Life” con le borchie, parte della divisa “ufficiosa” di milioni di musicisti e ascoltatori del mondo punk e del metal.

«Ho sempre ascoltato molta musica e di sicuro i miei ascolti in qualche modo fanno parte di quello che sono. Penso che l’arte, nella sua complessità, dai dipinti alla musica, sia un’espressione terapeutica contro quella malinconia, quel male di vivere che caratterizza le ultime generazioni, come viene mostrato nelle serie Bojack Horseman, a modo suo un’altra delle mie influenze – conclude Maria -. Creando cose belle, come può essere con l’arte figurativa, si può superare il senso di solitudine, anche solo per un momento».

Maria Orfano - Sharp Life

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 27 Luglio 2021
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