LocarnoCare, un nuovo ciclo di incontri per promuovere il dialogo tra famiglie e scuola
Cinema, educazione e ascolto al centro del percorso promosso dalla Città con Supsi e Locarno Film Festival
La Città di Locarno, insieme al Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica della Supsi e al Locarno Film Festival, inaugura un nuovo ciclo di incontri di LocarnoCare, progetto inserito nel Piano di azione comunale per la certificazione Unicef “Comune amico dei bambini”.
L’obiettivo è promuovere un percorso di dialogo e confronto tra genitori, insegnanti e famiglie, con il linguaggio del cinema come punto di partenza per riflettere su temi educativi attuali.
Il primo appuntamento, dedicato al tema Comportamenti difficili e oppositivi, si terrà giovedì 27 novembre alle 20 al GranRex di Locarno, con la proiezione del cortometraggio 1 Hijo & 1 Padre e il dibattito condotto da Piera Malagola, psicologa e docente SUPSI. Seguirà un workshop di approfondimento sabato 29 novembre dalle 9:30 alle 12 al DFA, sempre con Malagola.
Il secondo incontro, Essere genitori, tra presenza e assenza, è previsto giovedì 29 gennaio 2026 alle 20 al GranRex, con il corto Love Dad (nella foto copertina) e l’intervento di Nicola Rudelli e Luca Botturi. Il relativo workshop si terrà sabato 31 gennaio dalle 8:30 alle 12 al DFA/ASP.
Chiuderà il ciclo, sabato 28 marzo 2026 dalle 8:30 alle 12 al DFA, un appuntamento dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni con Andrea Allione e la proiezione di Puoi anche tu, per un dialogo intergenerazionale su ascolto, empatia e comunicazione.
«Grazie alle collaborazioni che si sono instaurate per la realizzazione della nuova edizione di LocarnoCare – spiega Nancy Lunghi, capadicastero Socialità, Giovani e Cultura -, la Città parte dalle sue vocazioni di luogo di formazione dei docenti, di città del Cinema e di comune amico dei bambini e dei giovani per rafforzare il suo sostegno a famiglie, docenti e personale educativo con un interessante ciclo di incontri che avrà momenti mirati per coinvolgere anche i più giovani”. E aggiunge che «si tratta di un prezioso tassello per la prevenzione del disagio giovanile e familiare, come è anche un’opportunità per tessere una rete più forte tra famiglie, scuola, servizi educativi e città».










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