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Il terremoto in casa Lega riaccende la questione della ferrovia

Le dimissioni del segretario della circoscrizione 2 Luino e Laveno Mombello della Lega spostano i riflettori sulla questione del trasporto ferroviario sulla linea del lago

treno merci laveno mombelloLe discusse dimissioni di Giuliano Besana da coordinatore della Lega Nord di Luino e Laveno Mombello hanno creato dibattito nel partito dopo le accuse lanciate dal dirigente che più o meno suonavano così: non si ascoltano i rappresentanti del territorio. Ma, tra le pieghe del suo intervento di cui si è parlato nei giornali, e che punta soprattutto sulla fusione dei comuni nell’Alto Lago come argomento principe e di dissidio col Carroccio, Besana fa emergere un particolare che come un sasso nello stagno, va a smuovere le acque di un problema sentito dagli amministratori di numerosi paesi: cosa succederà sulla linea ferroviaria Luino-Gallarate?
L’interrogativo gravita attorno al possibile incremento di convogli a partire dal 2015, anno di entrata in funzione dell’AlpTransit, il sistema ferroviario super veloce che collegherà la direttrice Nord Sud, attraverso la Svizzera, per arrivare nel nostro Paese e congiungersi con le linee ferroviarie italiane. E proprio nell’intervento di Besana si legge il disappunto per molti sindaci, anche della Lega, che di questo argomento sono da anni portavoci, soprattutto di esigenze di sicurezza legate al transito di questi treni.
Luciano Pezza, sindaco di Castelveccana, eletto coi colori della Lega Nord e oggi a fine mandato, venne nominato nel 2006 rappresentante dei sindaci dell’allora comunità montana del Luinese su questo tema, e tuttora siede al tavolo tecnico sulla sicurezza dei trasporti della Prefettura di Varese assieme al sindaco di Laveno Mombello Graziella Giacon.
«Sì, esiste una preoccupazione per gli amministratori, e non solo della Lega Nord, per quanto riguarda il tema della ferrovia – spiega Pezza – . Si parla, da qui a due anni, di passaggi di treni della lunghezza di 700-750 metri sulla linea che attraversa il mio paese, ma anche Luino, sino a Laveno e più giù, lungo tutta la ferrovia che arriva a Sesto Calende. Una volta completata la galleria del Gottardo, questo potrebbe divenire una realtà fino a 90 convogli al giorno. Di questo tema si è parlato in un convegno a Luino, nel dicembre scorso. C’erano i consiglieri regionali Marsico e Brianza. Ma molti dei sindaci presenti se ne sono andati, tra cui il sottoscritto: non siamo stati coinvolti a sufficienza nel tema. Non veniamo informati».
La questione del trasporto ferroviario ritorna come un fiume carsico al centro di molti ragionamenti dei sindaci del territorio. I lavori dell’Alp Transit proseguono oltreconfine. E’ previsto il completamento del traforo del Sottoceneri nel 2017. Ma, prima di allora, come anticipato, l’alta velocità rossocrociata arriverà ad un altro traguardo: completare il tunnel del Gottardo e arrivare a Chiasso. Da qui le strade per entrare in Italia, coi convogli merci sono tre: il ramo che porta a Busto Arsizio-Hupac, la linea della Brianza, verso Desio, e la tratta Luino-Laveno-Sesto Calende, poi Novara e la via del mare, sino a Genova.
Una tratta quindi strategica su cui Pezza ha da dire la sua: «So che nel Gambarogno sono in corso lavori di adeguamento, di messa in sicurezza e di posa di barriere foniche – conclude il sindaco – . Qui si sta ancora discutendo di come risolvere la questione dei due passaggi a livello di Laveno Mombello, che costituiscono un problema qualora entrambi fossero chiusi, per l’accesso ad esempio di un’ambulanza da Cittiglio verso il centro rivierasco. Ancora, sempre a Laveno, della galleria. Oppure dell’incrocio di Barza, ad Angera, un punto critico per il passaggio dei convogli. Ancora, ci interroghiamo, casomai qualcuno ci ascoltasse, della questione occupazionale: quanti posti di lavori in Italia produrrà il passaggio di questi treni?».
Il passaggio delle merci sulle linee italiane e del Luinese in particolare è stato recentemente al centro di incontri fra il ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi e la collega svizzera, Doris Leuthard, che hanno convenuto dell’importanza strategica per questi collegamenti; una posizione che oltreconfine è da tempo caldeggiata a tal punto che gli svizzeri in più di un’occasione hanno manifestato l’ipotesi di pagare gli adeguamenti delle linee italiane così da facilitare lo sbocco verso sud dei treni merci verso il Mediterraneo.

Pubblicato il 17 Gennaio 2014
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