Il fotovideocineclub racconta la “staticità nel movimento”
Allo spazio Cesare da Sesto la mostra di Andrea Penzo e Fabrizio Martelli Rossi
Mostra Fotografica – dal 15 al 29 Ottobre 2017
Spazio Cesare da Sesto – Palazzo Comunale
Piazza Mazzini – Sesto Calende (VA)
Inaugurazione: domenica 15 Ottobre, ore 17:00
La comune interpretazione dell’essere umano declinato nelle sue molteplici manifestazioni estetiche e semantiche è il fil rouge di questa mostra che vede al centro l’Uomo.
Un evento con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città di Sesto Calende.
La mostra sarà aperta nei giorni e negli orari indicati in locandina. Per raggiungere lo Spazio Cesare da Sesto consultare la mappa disponibile a questo link
____________
Note sugli Autori
Andrea Penzo, tramite i suoi magnetici scatti, ci induce alla riflessione sulla vita, sulla morte ed al contempo sull’eternità della materia adoperata nei secoli dall’ingegno umano e svelata con statuaria fissità, austera staticità, come il titolo suggerisce, delle opere d’arte ritratte dal giovane fotografo, artista in crescente, costante affermazione, già maturo con la sua scelta stilistica rigorosa e concettuale, intrisa di passione per la storia dell’arte, il Rinascimento e la Metafisica del Novecento, innanzi tutto. La sua tematica narrativa consta di un emozionato e personalissimo uso dei bianchi e dei neri, fortemente contrastati, grazie alla padronanza tecnica dello strumento utilizzato.
Fabrizio Martelli Rossi, uomo e fotografo esperto, da sempre amante del bianco e nero,ci svela la sua personale visione antropomorfica: l’uomo da lui mostrato è stato “catturato” nel suo dinamismo, o nella sua provvisoria, apparente staticità; è l’individuo del ventunesimo secolo, raccontato in vari momenti di vita colti “ al volo “,quasi istintivamente, libero da temi prefissati: afferrare l’attimo, per poterlo mostrare mediante l’interpretazione della street photography, libera, spontanea, svincolata da temi. Vediamo così il soggetto “congelato” dal giornalistico occhio del reporter, in momenti ludici, plastici, immerso nel caos, attimi che lo stigmatizzano, o come adulto, o bambino, in stretta relazione con l’ambiente che lo circonda ,o con i suoi simili, che manifesta la sua ineluttabile appartenenza alla città, alla metropoli, in cui talvolta è straniato e fagocitato dal luogo, ma che, come suggeriscono gli scatti all’infanzia, è divertito protagonista, replicando la circolarità del gioco, uguale e ripetuto da sempre nella staticità del suo movimento.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.