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Macchine utensili la ripresa c’è ma non convince. Nel 2026 atteso un recupero graduale

Il 2025 chiude con una crescita minima sostenuta dalla domanda interna e penalizzata dall’export. Le previsioni Ucimu- sistemi per produrre indicano per il 2026 un miglioramento moderato in uno scenario ancora instabile

Ucimu

«Il 2025 ha segnato il passaggio dal segno meno a una crescita minima della produzione, ma non immaginavamo che sarebbe stato l’export a frenare così tanto il risultato complessivo». Con queste parole Riccardo Rosa, presidente di Ucimu-sistemi per produrre, sintetizza l’andamento di un anno che, dopo le forti difficoltà del 2024, non ha ancora riportato il settore su livelli soddisfacenti.
I dati di preconsuntivo 2025 e le previsioni 2026, elaborati dal Centro studi & cultura di impresa di Ucimu, descrivono infatti un quadro di debole ripresa, condizionato da un contesto internazionale instabile e da una domanda interna tornata a crescere solo parzialmente.

LA DOMANDA INTERNA REGGE

Nel 2025 la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 6.420 milioni di euro, con un incremento limitato all’1,5% rispetto all’anno precedente. A pesare è stato soprattutto il forte arretramento dell’export, sceso a 3.710 milioni di euro, pari a un calo del 13,2% sul 2024. Quasi tutti i principali mercati di destinazione hanno registrato segno negativo. Secondo le elaborazioni Ucimu su dati Istat, nel periodo gennaio-settembre 2025 gli Stati Uniti si confermano primo mercato con 423 milioni di euro (-8,1%), seguiti da Germania (196 milioni, -29,7%), Francia (145 milioni, -0,5%), India (135 milioni, -4,2%) e Polonia (135 milioni, +13,3%).
Sul fronte interno, invece, il consumo è cresciuto del 20,5%, raggiungendo i 4.465 milioni di euro, trainando le consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico, salite a 2.710 milioni (+32%). Nonostante l’intensità della ripresa, i livelli restano inferiori a quelli degli anni precedenti. Il rapporto export/produzione è così sceso al 57,8%.

PREVISIONI 2026

Per il 2026 le previsioni indicano un miglioramento moderato. La produzione è attesa a 6.590 milioni di euro (+2,6%), sostenuta dal lieve recupero delle esportazioni, previste a 3.735 milioni (+0,7%), e dall’ulteriore crescita delle consegne interne, stimate a 2.855 milioni (+5,4%). Il consumo nazionale dovrebbe salire a 4.730 milioni (+5,9%), con importazioni in aumento a 1.875 milioni (+6,8%). Il rapporto export/produzione è destinato a ridursi ancora, al 56,7%.
Rosa ha richiamato l’impatto delle tensioni geopolitiche, dei conflitti in Europa e Medio Oriente e della guerra dei dazi avviata dagli Stati Uniti, oltre alle difficoltà legate all’attuazione di Transizione 5.0, operativa solo negli ultimi mesi e chiusa in anticipo. Pur tra molte criticità, secondo il presidente Ucimu, le misure 4.0 e 5.0 hanno dimostrato la loro utilità nel sostenere gli investimenti.

GLI INCENTIVI

Guardando avanti, l’auspicio è che gli incentivi previsti nella Legge di Bilancio 2026 siano semplici e immediatamente operativi, anche grazie alla scelta della pluriennalità fino al 2028. Sul fronte estero, infine, resta centrale il rafforzamento delle relazioni con nuovi mercati, dall’America Latina all’Asia, mentre in Europa Ucimu sollecita un approccio alla transizione green fondato sul principio di neutralità tecnologica, per evitare il rischio di desertificazione industriale.

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Pubblicato il 16 Dicembre 2025
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