Astuti attacca sui ristorni ai Comuni di frontiera: “Il taglio del Governo mette a rischio servizi essenziali”
Il consigliere regionale del PD ha presentato un ordine del giorno che sarà discusso la prossima settimana in aula nell’ambito del Bilancio di previsione 2026-2028
Garantire ai comuni di frontiera l’intero ammontare dei ristorni maturati, pari a circa 128 milioni di euro, e compensare il taglio deciso dal Governo, che prevede di riconoscerne soltanto 89 milioni. È la richiesta contenuta nell’ordine del giorno presentato dal consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, che sarà discusso la prossima settimana in Aula nell’ambito del Bilancio di previsione 2026-2028.
L’obiettivo è assicurare ai comuni coinvolti stabilità finanziaria e la possibilità di mantenere servizi adeguati ai cittadini.
Secondo Astuti, la scelta dell’esecutivo nazionale di ridurre parte delle risorse destinate ai territori di confine contrasta sia con la normativa vigente sia con gli accordi internazionali che regolano la materia. «Il Governo ha deciso di tagliare una parte dei ristorni destinati ai Comuni di frontiera, risorse che per legge spettano interamente ai territori. È un colpo durissimo per i bilanci locali, soprattutto nei Comuni più piccoli e fragili. Chiediamo alla Regione di intervenire e garantire la quota che Roma non vuole riconoscere», afferma il consigliere dem.
La posizione del Pd trova conferma anche nelle recenti audizioni in commissione sulla tassa salute e sui ristorni. Astuti sottolinea come dalle consultazioni sia emerso chiaramente che l’intero importo deve essere trasferito ai Comuni e che non esiste alcuna norma che autorizzi a trattenere o redistribuire eventuali surplus. «Le stesse associazioni dei Comuni di frontiera, insieme ad Anci e ai sindacati, hanno chiesto all’unanimità di rispettare accordi e legge. La destra continua a oscillare tra propaganda e governi amici, senza una linea chiara» afferma.
Il nodo è concreto e immediato: un taglio ai ristorni comprometterebbe gli equilibri finanziari e la continuità dei servizi essenziali, come trasporti scolastici, manutenzioni e interventi sociali. Per questo il Pd chiede alla Regione di intervenire con urgenza.
Sulla questione intervengono i consiglieri dem Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, alla luce dell’audizione che si è tenuta in Commissione speciale Rapporti tra Lombardia e Svizzera, con la partecipazione di Anci, delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, delle organizzazioni svizzere Ocst, Syna e Unia, e dell’Associazione dei Comuni italiani di frontiera. «È emerso chiaramente che la nostra posizione coincide con quella del presidente dell’Associazione dei Comuni di frontiera: garantire gli 89 milioni, ma anche i soldi eventualmente in più, sempre ai Comuni. L’ipotesi di destinare il surplus al Fondo per lo sviluppo economico del territorio non è prevista da nessuna parte», affermano.
Sul fronte della tassa salute, Astuti e Orsenigo segnalano ulteriori incertezze. Secondo quanto riportato dalla Lega, sarebbero in corso interlocuzioni tra Regione e Governo per evitare la retroattività della norma. «Ma non c’è alcuna ufficialità e nessuno ci ha informati. Attendiamo di capire come stanno davvero le cose», osservano i consiglieri dem, che lamentano una gestione confusa da parte della maggioranza.
«L’impressione – aggiungono – è che l’applicazione delle norme non sia chiara nemmeno a chi governa. Si parla di obblighi derivanti dal trattato, ma se fosse così, certe disposizioni avrebbero dovuto essere applicate anche in passato. Lo stesso vale per la tassa salute, una legge dello Stato voluta dal Governo Meloni, che però non piace alla Lombardia: perché non si parlano tra loro?».
I dem contestano inoltre la mancata convocazione del tavolo interministeriale, nonostante le sollecitazioni degli enti locali. «È ingiustificabile – dicono –, soprattutto alla luce delle difficoltà dei Comuni di frontiera. È inutile fare la destra di lotta e di governo a seconda della convenienza. Serve una linea chiara e serve ora».
Astuti e Orsenigo invitano quindi il Consiglio a mantenere un ruolo di stimolo nei confronti della Giunta e chiedono alla Regione di sollecitare Roma affinché rispetti impegni e accordi. «Non dobbiamo smettere di essere propositivi, altrimenti il rischio è che il Governo si dimentichi dei nostri territori».






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