“Braccio quasi staccato”, mercoledì l’interrogatorio degli arrestati per il tentato omicidio di Luino
Si tratta di tre ragazzi molto giovani, dai 18 ai 20 anni, senza fissa dimora e noti alle forze dell’ordine. La vittima raggiunta al braccio con una lunga lama entrata nei tessuti che altrimenti avrebbe colpito punti vitali

Il movente del tentato omicidio contestato ai tre ragazzi arrestati per aver accoltellato un quasi coetaneo a Luino, sabato sera, è ancora in via di definizione. Potrebbe avere a che fare con un bisticcio scaturito per futili motivi, anche se l’avvocato difensore di uno dei tre giovanissimi finiti in manette, Stefano Steidl, parla di «due fazioni contrapposte».
Non è quindi escluso che il fatto possa inserirsi fra il principio di rissa, la sfida legata a dinamiche giovanili, o alla cessione di sostanze stupefacenti: sul fatto indaga la procura della repubblica di Varese, il caso affidato al Sostituto Lorenzo Dalla Palma che contesta a vario titolo ai tre ragazzi finiti in manette in flagranza di reato nella serata di sabato il tentato omicidio in concorso, le lesioni aggravate (dall’uso dell’arma), il porto abusivo d’arma e il possesso dio droga.
Contestazioni pesanti. Le indagini sono affidate ai militari del nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Luino. La dinamica di quanto avvenuto verso mezzanotte nel pieno centro di Luino in una delle piazze più frequentate dalla movida giovanile riguarderebbe in effetti due distinti gruppi di persone. Uno, composto da italiani, molto giovani, incensurati, fra i quali il ferito più grave; l’altro composto da tre ragazzi di origini nordafricane, alcuni cittadini italiani di seconda generazione ma senza una fissa dimora e con precedenti di polizia.
L’attenzione degli investigatori in queste ore e in quelle immediatamente seguenti i fatti sta nel vagliare con precisione il contenuto delle immagini delle telecamere puntate sulla zona dove sono avvenuti i fatti. Un primo contatto fra i ragazzi innescato da un pugno e il successivo impiego dell’arma – un grosso coltello da cucina/machete sequestrato dai carabinieri – per ferire: la qualificazione del più grave dei reati, il tentato omicidio si integra poiché il diciassettenne finito in ospedale col braccio quasi staccato dal fendente: se il ragazzo non avesse parato il colpo, sarebbe stato raggiunto in una parte vitale, il collo o il volto.
Il prossimo passo procedurale riguarda ora l’interrogatorio di garanzia, cioè la presentazione dei tre arrestati di fronte al giudice per le indagini preliminari che dovrà valutare la correttezza dell’operato delle forze dell’ordine e quindi convalidare la misura restrittiva così come l’eventuale applicazione di una misura cautelare (che appare oltremodo probabile). Il fatto di sabato sera riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza in città in relazione alla giovane età dei soggetti coinvolti, alle modalità – il porto d’armi da taglio che è in grande diffusione fra i giovanissimi – e le richieste di maggiore presenza sul territorio di forze dell’ordine anche da parte della politica.
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