Interrogato un pastore per l’omicidio di Edoardo Sarchi in Albania. Gli amici di Luino chiedono giustizia per Dodo
I punti fermi della vicenda: un uomo estraneo alla comitiva di cacciatori testimone degli spari. L’onorevole Andrea Pellicini, vicino alla famiglia: “Siamo ancora sotto shock”. Il ricordo degli amici che ora chiedono piena luce sulla vicenda

Un colpo d’arma da fuoco esploso non si sa da chi né da quale arma, forse addirittura un proiettile di rimbalzo la cui traiettoria si è trovata in prossimità dell’arteria femorale di Edorado Sarchi, imprenditore di 44 anni originario del Luinese morto dissanguato nella mattina di sabato sulle montagne dell’entroterra, 200 chilometri da Valona, Albania.
Era parte di una compagnia di almeno altre 4 persone: una guida esperta di caccia, il socio in affari e i figli di quest’ultimo, tutti quanti messi sono torchio dalla polizia albanese, poi rilasciati. La vittima, che viveva da molti anni nella terra elle aquile era amministratore delegato di un’azienda che produce mattoni.
Quanto avvenuto è un fatto ancora difficile da fotografare con lenti certe per diversi motivi determinati dalla distanza e dalla difficoltà nell’apprendere da fonti certe atti e notizie di indagine che in Albania come in Italia vengono gestite dalle autorità, a poco più di 48 ore dai fatti avvenuti a quanto risulta all’alba di sabato 27 settembre.
SCONVOLTI, “LO RICORDAVO BAMBINO”
«So solo che ci sono indagini in corso», spiega l’avvocato e parlamentare Andrea Pellicini, amico di famiglia dei Sarchi, a loro volta di casa ai tempi del padre di Andrea, il senatore Piero Pellicini, un pezzo importante della destra luinese e dell’intera provincia di Varese: «Conoscevo quel ragazzo fin da bambino, siamo distrutti, sotto shock». Idem per i famigliari stretti della vittima, che aveva perso la madre da giovane.
«Non ho nulla da dire, per giunta non sono nella condizione di ricevere notizie dalle autorità albanesi», dice affranta l’avvocata Paola Napoli, la nuova moglie di Vittorio Sarchi (il padre di Edoardo, scomparso nel 2022). Dunque un fatto su cui fare luce pienamente, dal momento che non è possibile escludere alcuna pista in merito a quanto avvenuto, e di conseguenza anche impossibile, in questo frangente, ipotizzare un movente.
Non è escluso che la vicenda possa trovare chiarimenti negli strumenti che l’attività parlamentare può rivolgere al Governo per avere informazioni, anche se per il momento non risultano iniziative in tal senso.
GLI AMICI DI LUINO “SIA FATTA LUCE SULLA MORTE DI DODO”
La notizia dell’uccisione di Edoardo (Dodo per gli amici di Luino) è arrivata come un fulmine a ciel sereno tra gli amici di gioventù del 44enne, alcuni di loro erano ancora in contatto con lui come Roberto Cortese: «Ci eravamo sentiti qualche settimana fa e avevo promesso di andare a trovarlo. Terrò fede a questa promessa anche se non potremo più riabbracciarci. Questa vicenda non deve finire sotto silenzio, il colpevole deve essere trovato e assicurato alla giustizia». Anche l’attrice e regista luinese Sarah Maestri ricorda Dodo con mestizia e dolore: «Edoardo, Dodo, così lo chiamavamo noi, amici del gruppo della Stazione, quando fino agli anni Duemila vivevamo insieme ogni cosa, ogni esperienza. Lui è stato il mio primo amore, quello fatto di leggerezza, spensieratezza e infinita tenerezza, che illumina l’adolescenza e ti resta nel cuore per sempre. Da due giorni i ricordi mi travolgono tra lacrime che non ho la forza di fermare. La notizia della sua morte, improvvisa e cosi violenta, mi ha gelato il sangue e spezzato il cuore. Con lui se ne va un pezzo irripetibile di me fatto solo di ricorsi belli quelli che lui ha saputo regalarmi». Dodo era così, dicono altri amici che hanno condiviso un tratto di strada con lui alla fine degli anni ’90, l’allegria e la leggerezza che attraversava tutti e lasciava un segno. Poi da Luino si era allontanato, seguendo la sua passione per la caccia era finito a lavorare vicino Pavia, infine il trasferimento in Albania dove aveva creato una famiglia con due figli rimasti orfani.
LE INDAGINI E IL PASTORE
Non a caso un servizio della televisione albanese “Report Tv” parla di un fatto «avvolto nel mistero». Un punto focale del servizio andato in rete sul canale YouTube della testata riguarda l’interrogatorio di un pastore della zona sentito quale persona informata sui fatti e dunque in quanto potenziale testimone, che ha dichiarato di aver udito degli spari. Il servizio mette in evidenza le affermazioni dei soggetti che facevano parte della spedizione di caccia i quali sostengono di essere stati attaccati da una persona sconosciuta con armi automatiche, sebbene la polizia non abbia ancora fornito un quadro chiaro degli eventi. Infine, vengono sollevati numerosi interrogativi sulla gestione della scena del crimine, come il motivo dello spostamento del corpo (nella foto).
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