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Rampini: “Putin affonda la lama in un occidente decadente”

Tutto esaurito alla biblioteca Frera di Tradate per la presentazione di "Suicidio occidentale" (Mondadori)

Tradate Varie

Ad accogliere il giornalista Federico Rampini alla Biblioteca “Frera” di Tradate per la presentazione del nuovo libro “Suicidio occidentale” (Mondadori), nell’ambito del festival “Mulini letterari“, c’era il pubblico delle grandi occasioni. Rampini è un autore molto apprezzato sia in Italia che all’estero per l’autorevolezza e per la capacità di analisi geopolitica.

“Suicidio occidentale” non parla della guerra in Ucraina e dell’offensiva russa, anche perché Rampini, pur avendo finito di scriverlo alla vigilia della guerra, non ama gli instant book. Tuttavia questo libro ci offre una chiave di lettura su quanto sta succedendo nel cuore dell’Europa. «Putin attacca l’Ucraina – ha detto il giornalista – perché come Ji Xinping ha capito che l’occidente è in una fase di decadenza terminale. Ai loro occhi siamo una civiltà moribonda e quindi questo è il momento di affondare la lama».

Tradate Varie

La sua analisi parte dagli Stati Uniti dove vive da oltre vent’anni. In quel Paese, di cui è cittadino, da tempo è in atto una sorta di «disarmo culturale» che relega l’occidente al ruolo di colpevole della storia, come se avesse solo crimini da farsi perdonare e non valori da proporre. «Da parte dell’occidente – sottolinea Rampini  è in corso da anni un’autodemolizione, un processo a noi stessi, alla nostra civiltà e alla nostra storia. Non abbiamo più valori ma soltanto peccati da espiare. Questa è la narrazione prevalente che viene fatta nelle università, nei mass media e nelle comunità dello spettacolo».

Il vessillo di questa ideologia pervasiva è il politically correct in base al quale molti personaggi non allineati o critici sull’ambientalismo estremo, sulle minoranze etniche  e sessuali vengono attaccati, isolati dalla comunità di riferimento, ridotti al silenzio e in molti casi licenziati. «Nelle università i professori devono stare attenti a come si rivolgono agli studenti – ha raccontato Rampini – perché il genere maschile femminile è un’imposizione oppressiva e quindi bisogna utilizzare il neutro plurale perché gli studenti devono essere liberi di avere delle identità sessuali fluide».

Gli intellettuali rischiano la lettera scarlatta quando non si allineano all’antirazzismo esasperato, all’ambientalismo ridotto a religione, alla disinformazione organizzata e alla burocrazia che uccide la creatività, mettendo in crisi il saper fare.

Rampini parla di un «nuovo puritanesimo», cavalcato dalla sinistra illiberale, che scatena un’autentica caccia alle streghe e dà luogo a processi sommari, fuori dai tribunali naturalmente, spesso condotti sui social media e su organi di stampa considerati fino a pochi anni fa baluardo della libertà di espressione. Denuncia un’alleanza pericolosa tra questa nuova forma di cultura, che mette sul banco degli imputati l’uomo bianco e tutta la sua civiltà, e le big tech espressione del capitalismo digitale che nel frattempo hanno sposato la religione ambientalista e la sostenibilità, pur essendo una delle cause principali dell’aumento delle disuguaglianze sociali.

La libertà di pensiero che ha reso gli Stati Uniti un grande paese innovativo e creativo sul piano sociale, economico e culturale rischia così di essere cancellata in nome di una restaurazione che non ha fondamenti storici.
E forse il suicidio americano e già pronto a fare scuola altrove.

Pubblicato il 24 Maggio 2022
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