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Crescono i reati digitali in Canton Ticino

La sezione "Analisi tracce informatiche" della Polizia cantonale" ha fornito oggi i dati relativi al 2020 e 2021: l'anno scorso sono stati registrati 338 reati informatici suddivisi nelle categorie criminalità economica, delitti sessuali e lesione della reputazione e pratiche sleali

Truffa

La crescente digitalizzazione dell’economia e della società, fenomeno che ha avuto un’accelerazione anche per le restrizioni imposte dalla pandemia, ha aumentato notevolmente i cyber-rischi nella sfera pubblica e privata.

La sezione “Analisi tracce informatiche” della Polizia cantonale” ha fornito oggi i dati relativi al 2020 e 2021 in Canton Ticino.

«Una frazione crescente di reati è direttamente o indirettamente legata ad aspetti di natura informatica o telematica – spiega Marco Montanaro, commissario capo della sezione – Per l’autorità giudiziaria l’aumento delle competenze tecniche e giuridiche è divenuta una priorità nella gestione delle inchieste».

In Canton Ticino nel 2021 sono stati registrati 338 reati (237 nel 2020) suddivisi nelle categorie cyber criminalità economica (160 nel 2020 e 255 nel 2021), cyber delitti sessuali (53, 65) e cyber lesione della reputazione e pratiche sleali (24,18).

La sezione nel corso del 2021 ha sviluppato 36 inchieste, svolto 72 perquisizioni in supporto ad altri servizi, effettuato 1.095 analisi informatico-forensi, elaborato 43 analisi criminali operative, collaborato durante 27 ricerche d’urgenza ed evaso 250 richieste e-mail giunte da utenti o altre autorità. Inoltre, ha fornito importante supporto alla Polizia giudiziaria e alla Gendarmeria nelle indagini classiche in cui vi erano delle componenti informatiche in gioco.

Le attività illecite più frequenti permangono le truffe “business email compromise” (Bec) e gli attacchi ransomware. I Bec prevedono, attraverso le tecniche del social engineering, l’accesso illecito a una casella di posta elettronica (solitamente aziendale) e la conseguente scoperta di una relazione finanziaria. I truffatori, spacciandosi quindi per il creditore o il Ceo dell’azienda, comunicano alla controparte delle false coordinate bancarie sulle quali indirizzare il trasferimento fraudolento.

Per le nove inchieste aperte lo scorso anno è stato appurato un danno economico pari a circa 550.000 franchi.

La seconda tipologia si riferisce, invece, ad attacchi veicolati allo scopo di criptare i dati contenuti nei dispositivi, così da poter chiedere un riscatto in cambio della chiave di decifratura. Gli autori operano prevalentemente dall’estero e utilizzano complessi espedienti che facilitano il mantenimento dell’anonimato. Gli illeciti vengono incassati sempre più spesso in cripto-valute.

La prevenzione riveste quindi estrema importanza e la popolazione ha la possibilità di informarsi consultando i siti del gruppo cantonale Cyber Sicuro  e della Prevenzione svizzera della criminalità .

Per quanto riguarda invece le segnalazioni è attivo il Centro nazionale per la cybersicurezza

Pubblicato il 06 Aprile 2022
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