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Le domande, lo Spirito Santo e un futuro di una “normalità” diversa

Una lettera di suor Maria Agnese risponde alla nostra prima pubblicazione con le riflessioni del direttore. "Avrei davvero necessità per non dire bisogno, di sapere come vede o perlomeno come immagina l'immediato futuro senza normalità?"

Memoria covid

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Di seguito una lettera di suor Maria Agnese in risposta alla prima memoria del nostro direttore Marco Giovannelli.

Gentile Signor Marco,

anch’io come lei in questo periodo di assordante e nello stesso tempo meraviglioso (per me) silenzio, ho cercato di leggere, leggere e leggere ancora. 

La mia lettura era ed è ancora mirata verso autori volti a comprendere esclusivamente la realtà che stavamo e stiamo vivendo, perché stava succedendo e che futuro d’ora in poi.

Tante frasi e tanti slogan son passati sotto i miei occhi ma quelle che ancora oggi risuonano fortemente dentro il mio cuore, nel mio animo, nella mia spiritualità e nel mio modo di essere, sono due, ed una di queste è la sua carissimo signor Marco:

– Non torniamo alla normalità. Perché la normalità era il problema.

– Quanto passato sta nel nostro futuro?

Mi perdoni signor Marco, non desidero rubare tempo al suo lavoro e alla sua famiglia, ma avrei davvero necessità per non dire bisogno, di sapere, alla luce della sua frase, come vede o perlomeno come immagina l’immediato futuro senza normalità?

Io mi chiamo Suor Maria Agnese Ciarrocco. Sono siciliana e appartengo alla congregazione delle suore di Don Morinello.

Per l’impegno che ho nell’istituto, (devo dire che è quasi mio dovere), sto cercando con obiettività di comprendere quale e che vita religiosa nel futuro dopo la pandemia, dove la normalità, che a mio parere corrode questa meravigliosa vita, è il problema?  

Certamente, avendo come base massiccia la tradizione ed il passato della stessa vita religiosa, vissuta finora da tanti e tanti uomini e donne, spero cammin facendo di trovare luci e risposte a questi miei interrogativi. Nello stesso tempo però cercherò di entrare il più possibile in quel “futuro” dove, forse, tutto spero, sarà, ma non “normalità”.

Lo Spirito Santo, cuore del mio cuore, ci introduca pienamente alla gioiosa lungimiranza da me (e spero anche da lei), tanto desiderata.

Con stima

Suor Maria Agnese Ciarrocco, Suore Don Morinello 

 

Cara Suor Maria Agnese,
Quella “normalità” di cui parliamo è quella che spesso ci faceva voltare dall’altra parte quando vedevamo qualcosa che non andava. O quando qualcosa ci avrebbe inquietato. Una normalità che aveva bisogno di immagini forti come le oltre 300 bare di migranti restati a fondo nel Mediterraneo, o del piccolo bambino con la maglietta rossa senza vita sulla spiaggia.
Lei Suor Maria Agnese si fa domande malgrado la sorregga la fede in Dio, una scelta netta fatta di un cammino al fianco degli ultimi. Questo rafforza lo spirito della sua comunità. Credo sia già in quelle domande la risposta a come sfuggire a quella “normalità”.
Una delle cose che maggiormente mi manda in crisi di questi tempi è il rischio che si torni a quella “normalità” attraverso un gigantesco processo di rimozione. Sarebbe l’effetto più devastante del virus, al di là dei problemi fisici e sanitari che tanto dolore hanno portato. Il desiderio che molti provano è quello di veder terminato l’incubo che ci ha travolti. Un incubo in cui credono che nessuno di noi abbia responsabilità. Un incubo che ha solo due gambe: la questione sanitaria e quella economica, dimenticandosi che il “nemico” ancora una volta è parte di noi, è figlio della Madre Terra e non arriva da pianeti sconosciuti.
Allora credo che leggere, riflettere, confrontarsi siano il lievito, insieme alle domande, per non tornare alla “normalità”. Il sorriso, lo sguardo aperto verso l’altro, l’accoglienza, la cura, sono risposte semplici, ma potenti. Con queste anche la Provvidenza, come ho sperimentato quanto sia forte leggendo le sue parole.
Grazie per il suo tempo e per avermi scritto.

Marco Giovannelli

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Pubblicato il 30 Maggio 2020
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