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Gli asili vogliono essere gratuiti: petizione e striscioni

Massiccia adesione alla mobilitazione lanciata dalla Fism da parte delle scuole dell'infanzia di Varese e provincia con decine di striscioni ai cancelli

Prima i bambini: gli asili vogliono essere gratuiti

In quattro giorni ha già raccolto 94 mila firme la petizione “Prima i bambini” lanciata su Change.org dalla Fism, la Federazione italiana delle scuole materne di ispirazione cattolica, per chiedere che sia attuata davvero la parità scolastica sancita dalla legge n. 62 del 2000.
Una mobilitazione cui hanno aderito in massa anche le scuole dell’infanzia di Varese e provincia con decine di striscioni appesi ai cancelli per ribadire gli obiettivi della protesta: la gratuità delle scuole per le famiglie e la parità dei diritti per educatrici e personale scolastico. 

“Per legge le scuole paritarie sono parte di un unico sistema di istruzione, ma in realtà sono discriminate perché impossibilitate a dare pari opportunità e pari diritti alle famiglie e al personale. Non per mancanza di volontà ma perché costrette a far quadrare i conti senza un vero sostegno economico da parte delle istituzioni“, spiega Maria Chiara Moneta, presidente provinciale di Fism, con riferimento alle materne statali che offrono un servizio gratuito alle famiglie. “Anche noi vorremmo offrire alle famiglie un servizio gratuito, perché le famiglie possano avere davvero libertà di scelta e tutti i bambini possano godere di uguali diritti

In provincia di Varese la Fism conta 163 scuole dell’infanzia,  per un totale di quasi 12 mila piccoli alunni (11.850 bambini secondo l’ultimo aggiornamento della Fism Varese). Alcune di queste realtà scolastiche offrono anche il servizio prima infanzia rivolto alla fascia 0/3 anni: in particolare sono operative 45 sezioni primavera (rivolte alla fascia 24/36 mesi, è un servizio particolarmente in crescita) per un totale di circa 550 bambini frequentanti, mentre altre 12 scuole hanno operativo al loro interno un servizio di micronido per i piccolissimi.

La sfida è offrire a tutti questi bambini e alle loro famiglie la stessa qualità di servizio, ma azzerando le rette, diventate particolarmente pesanti, anche se non aumentate, in questo anno di crisi, grazie a “un piano di investimenti strutturale e adeguato nella dotazione che sostenga l’intero segmento educativo e scolastico zero-sei”. L’auspicio è che i fondi necessari vengano ricoverati nel Recovery found.

Nella petizione si chiarisce che è “una misura necessaria anche come argine alla crisi delle nascite attualmente sulla soglia delle 400.000 annue e a vantaggio della ripresa demografica del nostro Paese, al sostegno della genitorialità e della parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento complessivo per tutta la scuola italiana: una scelta strategica a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito italiano nei confronti dell’Unione europea; una grande manovra di investimento educativo, necessario a porre le condizioni sia per dare un futuro alle nuove generazioni, sia per gli innegabili riflessi positivi nella qualità dell’offerta formativa, dell’occupazione, dell’armonizzazione e conciliazione tra i tempi di lavoro, in particolare femminili e famigliari”.

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Pubblicato il 22 Aprile 2021
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