Whirlpool diserta l’incontro al Mise. Giorgetti e Orlando: “Un fatto grave”
La multinazionale americana non si è presentata all'incontro convocato dal Governo dove c'erano ben due ministri e le parti sociali. Fim, Fiom e Uilm proclamano subito uno sciopero
Fumata nera sulla vertenza Whirlpool. I vertici della multinazionale americana disertano la convocazione del Governo al ministero dello Sviluppo economico, dove ad attenderli, oltre alle parti sociali, c’erano Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, e Andrea Orlando ministro del Lavoro. «L’assenza di Whirlpool oggi al Mise è un fatto grave. Dispiace che di fronte a un invito del governo l’azienda non partecipi. È un modo di procedere che stigmatizziamo e che non aiuta» commentano i due ministri.
Un incontro convocato volutamente a campagna elettorale conclusa proprio per non alimentare strumentalizzazioni. «Il percorso è stato intrapreso – fa sapere il Mise – e proseguirà anche in futuro, con i nuovi ministri».
IN FORSE IL DESTINO DI 5MILA LAVORATORI
L’assenza al ministero della multinazionale americana, che in Italia ha 6 stabilimenti produttivi, di cui uno a Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, polo dell’elettrodomestico da incasso dove lavorano oltre duemila persone, non lascia presagire niente di buono. Questo è l’ultimo di una serie di “sgarbi” nelle relazioni industriali che non ha precedenti in Italia, iniziata con il mancato rispetto del piano industriale, sottoscritto con le parti sociali nel 2018, e terminata con la mancata risposta alla convocazione fatta dal governo italiano.
Alla luce di tutto questo, l’annuncio fatto da Whirlpool, circa un suo disimpegno dall’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), ora assume i contorni della probabilità, mettendo un grande punto interrogativo sul futuro di cinquemila lavoratori.
Gianluca Ficco, della segreteria nazionale della Uilm, intervenuto all’ultima assemblea di Cassinetta, convocata unitariamente da Fim, Fiom e Uilm, lo aveva detto chiaramente: “Whirlpool non sta bluffando“. E del resto la multinazionale chiedendo con una lettera di rinviare la discussione al 21 ottobre prossimo per fornire eventuali aggiornamenti sull’eventuale dismissione delle attività produttive nell’area Emea, sembra voler confermare le preoccupazioni del sindacato.
Barbara Tibaldi, segretario nazionale della Fiom Cgil, parla di «giorno estremamente triste», sottolineando che «la manifattura italiana rischia di saltare pezzo su pezzo». «Sull’ipotesi di una cessione è il tempo della chiarezza – aggiunge Massimiliano Nobis, della segreteria nazionale Fim Cisl – così anche sugli investimenti, per garantire futuro e lavoro».
DUE ORE DI SCIOPERO
La rsu stigmatizza a sua volta «la mancanza di rispetto da parte dell’azienda nei confronti delle istituzioni e dei lavoratori», proclamando subito uno sciopero nelle ultime due ore di ogni turno (secondo e terzo turno) e l’ultima ora di lavoro per i turnetti di 4 ore. Confermato lo sciopero di due ore anche nella giornata di giovedì 29 settembre per i lavoratori del primo turno, per chi fa giornata e per gli impiegati.
CREARE LE CONDIZIONI GIUSTE IN EUROPA
I ministri Giorgetti e Orlando hanno infine sottolineato l’importanza di creare le condizioni in Europa, che ora non aiutano, per invogliare le imprese a operare qui. «Quello che vorremmo assicurare è che questo governo, finché in carica – scrivono in una nota congiunta i due ministri – porrà tutta l’attenzione sui dossier, in particolare su questo e auspichiamo che l’afflato che si è verificato sulla vicenda Wärtsilä (azienda finlandese che ha revocato la procedura di chiusura della fabbrica in provincia di Trieste, ndr) si possa concretizzare anche in questo caso. Ci auguriamo che Whirlpool, a differenza di Wartsila, decida di collaborare con le istituzioni e i sindacati vista la gravità della situazione».
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