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Dopo la valanga, il Lago delle Streghe “risorgerà” a primavera

È presto per stimare i danni della valanga di mercoledì. Piazza (direttore Ente parco): "Nevicate abbondanti e temperature anomale, tra le cause dell'abbondante caduta di materiale"

valanga devero lago delle streghe

La valanga che si è abbattuta mercoledì, sul Lago delle Streghe al Devero non è in sé un evento eccezionale. Poco convenzionali sono però almeno due elementi: il periodo in cui è avvenuta e la mole del materiale caduto sullo specchio d’acqua.

Per le sorti del lago, una delle destinazioni più amate e conosciute delle montagne ossolane, non c’è fortunatamente da temere ma l’entità dei danni ancora non è chiara. Per Daniele Piazza, direttore dell’Ente parco Veglia Devero, si dovrà attendere ancora qualche mese per capire a pieno le conseguenze dell’accaduto. «Le valanghe nella zona del lago azzurro non sono un evento unico – precisa -. Meno convenzionale è il periodo, solitamente si verificano ad aprile. Le cause invece si possono ricondurre alle abbondanti nevicate unite a temperature sopra la media, due fattori che hanno inciso sulle condizioni di assestamento e causato la caduta di una mole importante di materiale sulla superficie del lago».

Dal versante non è scesa solo neve ma la valanga ha trascinato con sé anche alberi, detriti, terra e materiale roccioso. «La situazione in parte si ripristinerà naturalmente – aggiunge Piazza -. Il lago inoltre è sorgivo quindi l’alimentazione del bacino non è compromessa. Quello che potrebbe aver subito danni è invece il sistema di passerelle, ponti e le opere accessorie all’area, una delle più frequentate dai visitatori».

Attualmente è fortemente sconsigliato l’accesso alla zona. I guardaparco sono operativi, come sempre, per monitorare l’area. «Raccomandiamo, viste anche le temperature più elevate di questi giorni, di consultare e osservare sempre i bollettini prima di organizzare delle escursioni. In questo particolare momento, dobbiamo essere responsabili e ridurre al minimo ogni possibilità di infortunio per non gravare ulteriormente sul sistema sanitario e dei soccorsi, impegnati nell’emergenza della pandemia».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 26 Febbraio 2021
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