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La battaglia di Megolo, “seme” della Resistenza tra Ossola e Cusio

Il 13 febbraio 1944 la formazione guidata dal capitano Filippo Maria Beltrami decise di non ritirarsi di fronte alla SS Polizei tedesca. Tra sabato e domenica i diversi momenti in ricordo, nel 77° anniversario

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La battaglia di Megolo, lo scontro del 13 febbraio 1944 che vide il sacrificio della formazione di Filippo Maria Beltrami, è il “seme della Resistenza” in Ossola.

Quel giorno, in un alpeggio sopra il paesino di Megolo di Mezzo, “il capitano” decise di dare battaglia: accettò lo scontro con i tedeschi della SS Polizei. Nello scontro morirono dodici partigiani: Carlo Antibo, Bassano Bressani, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Cornelio Gorla, Paolo Marino, Elio Toninelli. E poi Beltrami, Gianni Citterio “Redi” e Antonio Di Dio, che ebbero tutti e tre la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, e Gaspare Pajetta, che ebbe quella d’argento.

La formazione di Beltrami – che si era costituita non in Ossola, ma a Cireggio, sopra a Omegna – aveva tante radici diverse:c’erano ragazzi del posto e altri venuti dal Milanese, dal Lodigiano, dal Torinese, c’erano ex soldati come lo stesso Beltrami (che nella vita però era architetto) o i fratelli Di Dio. C’erano anche visioni politiche diverse, dai cattolici monarchici ai comunisti.

Dopo la battaglia, le strade dei sopravvissuti di quel gruppo si divisero: così ad esempio Alfredo Di Dio costituì la “Valtoce”, sopra Ornavasso, il giovane Gino Vermicelli fu tra i garibaldini che costituirono la divisione Garibaldi Ossola intitolata a “Redi”. Prese invece il nome di “Gruppo Patrioti Filippo Beltrami” la formazione che diventerà Divisione, sotto il comando del tenente Bruno Rutto.

Pubblicato il 10 Febbraio 2021
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