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Canoni idrici, Luca Bona (Alpi): “Ancora territori discriminati”

“Il Consiglio Regionale potrebbe cogliere finalmente l'occasione per una riorganizzazione generale delle autonomie locali piemontesi”

“La distribuzione delle risorse dei canoni idrici decisa dal Consiglio Regionale, al netto delle possibili implicazioni di natura costituzionale, pongono la questione della visione in chiave federalista della Regione Piemonte.

Il Consiglio Regionale ha varato la Commissione sull’autonomia del Piemonte proprio in questi giorni. Ma cosa dovrebbe fare la Commissione Autonomia se non occuparsi della corretta applicazione in chiave piemontese degli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, magari facendosi promotrice di una grande opera di ascolto dei Territori per proporre una grande riforma degli assetti regionali?

L’attribuzione di risorse ad alcune province (che non sono i Territori) senza il conferimento di funzioni specifiche, dalla quale deriva il fabbisogno delle risorse, genera disparità di trattamento che certamente danneggiano parti di Piemonte, creando aree di serie A e aree di serie B.

Disparità basate appunto su criteri di rappresentanza e tornaconto politico e non su criteri di fabbisogno reale di una determinata zona: di fatto avremo la Valsesia che sarà trattata in modo completamente diverso dal VCO o dalle valli torinesi, piuttosto che le aree montane della provincia di Novara o di Alessandria non considerate da Torino.

Il Consiglio Regionale potrebbe cogliere finalmente l’occasione per una riorganizzazione generale delle autonomie locali piemontesi. Solo applicando il federalismo al nostro interno potremmo avere più autorevolezza nel chiederne l’applicazione allo Stato centrale e le competenze previste in Costituzione.

L’organizzazione interna delle autonomie locali è specificatamente previsto nella richiesta di maggiore autonomia da parte della Regione Piemonte, grazie ad un mio emendamento.

Occorre pensare ed applicare un modello con una visione federalista di ampio respiro, non riuscendoci rischieremmo di proseguire nella fase discendente che ci vede arrancare tra le regioni del Nord.

Il Piemonte orientale deve essere centrale nelle politiche di programmazione regionali, perché cerniera con la Lombardia. E proprio per il fatto di essere storicamente, culturalmente e infrastrutturalmente lombardi dobbiamo avere una giusta specificità e il riconoscimento del ruolo che possiamo svolgere nell’ottica di una futura macro-regione, concetto macroregionale per la gestione delle infrastrutture e la viabilità, che sono riuscito ad inserire sempre nella richiesta di maggiore autonomia del Piemonte nella passata legislatura.

Il Piemonte orientale ha peculiarità che vanno valorizzate attraverso una visione di ampio respiro, questo è il momento per progettarlo insieme. Creare contrapposizioni o territori di serie A e B è sbagliato e non farà il bene di nessuno. Anzi: potrebbe essere la causa di una nuova stagione referendaria per l’annessione alla Lombardia”. Così Luca Bona, presidente dell’Associazione Libera Per l’Insubria.

Pubblicato il 03 Agosto 2020
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