I Repubblicani di Reguzzoni per una politica oltre i social
Sala piena giovedì 12 ottobre a Solbiate Olona per il lancio dell’associazione che rimette al centro il lavoro, il territorio e le comunità
Uno sguardo agli anni Cinquanta, che furono un momento storico di sviluppo e grande politica. “Vorrei che si tornasse a quella qualità al di là della propria fede politica”. Reguzzoni va a braccio elencando una serie di temi a lui cari da anni. Un bagno di folla per lanciare una nuova iniziativa che ha un forte cuore politico.
“I Repubblicani, un’associazione per far dialogare il mondo reale con quello della politica. Ne parlavamo con Berlusconi e Antonio Martino e anche con Bossi. Dopo di loro tutto è diverso. Occorre tornare a ciò che esisteva prima di quella politica. Un grande movimento popolare che parta dall’articolo uno della Costituzione che si fonda sul lavoro. Oggi non è così, basta guardare l’ultimo caso della Marelli che chiude in Italia e va a produrre in Cina. Dobbiamo ripartire dalle nostre tradizioni e con queste dai Comuni. Dobbiamo difendere il nostro lavoro perché non siamo gli ultimi arrivati. Chi comanda sono i grandi burocrati e le grandi banche. Questi vogliono distruggere le comunità. Andiamo verso una concentrazione che distrugge l’economia. Le multinazionali non pagano le tasse, basti guardare le multe per evasione che stanno prendendo, ma che dubito pagheranno. Non possiamo ridurre la politica sui social. Dobbiamo cercare di capire e poi attivarci. Io facevo politica con la visione del federalismo per cambiare in modo positivo il Paese. Il sistema si è difeso e per dieci anni abbiamo avuto governi non scelti dai cittadini. Le guerre a cui assistiamo in Ucraina e in Israele ci sono per la scarsa politica dell’Europa. Oggi è la data della scoperta dell’America e questo ha aperto l’era moderna. Oggi se non ci impegniamo rischiamo la fine della civiltà occidentale”.
In platea tra gli altri tanti suoi amici ed ex colleghi come Bruno Specchiarelli, Roberto Borgo, Modesto Verderio, gli ex sindaci Gigi Farìoli, Nicola Mucci, Carlo Baroni, Luca Macchi, Francesco Speroni e con loro anche imprenditori come Luca Spada, Fabio Lunghi.
È l’ex presidente della Camera di commercio ad aprire gli interventi. “Dopo una chiacchierata con Marco Reguzzoni ho subito deciso di aderire ai Repubblicani. In questi anni ho conosciuto il sistema istituzionale e vi assicuro che la distanza tra il mondo reale e la burocrazia è enorme. Non conta la competenza e la meritocrazia non si sa cosa sia. Sul nostro territorio ci sono capitali enormi e si potrebbero fare grandi cose. Oggi chi fa impresa ha chiaro quali siano le esigenze e per questo è il momento di mettersi in gioco”.
In foto, sala piena alla serata di presentazione a Solbiate OlonaC’è molta provincia in sala. Fa notare Marco Magrini che presiede l’ente di Villa Recalcati. “Oggi all’interno dei partiti la possibilità di dibattere temi vicini ai cittadini è difficile. Il federalismo è stato un po’ abbandonato e aver ridotto la forza delle province è stato un errore. Io voglio essere presente sul territorio per ascoltare e sarò vicino a questa iniziativa”.
“Principi saldi e uomini forti” più di uno slogan per un breve discorso di Nicola Mucci che è intervenuto appoggiando l’iniziativa di Reguzzoni. “Ho ripreso a studiare per questa serata e poi mi è venuta incontro la buona sorte. In un piccolo bar ho visto una bacheca dove insieme con la programmazione sportiva c’era un foglio che diceva che non si può arrivare alla prosperità senza l’impresa, non si può migliorare il povero attaccando il ricco e tante altre massime”.
L’ultimo intervento è stato di Gigi Farìoli. “Il nostro territorio, il nostro Paese, l’Europa hanno bisogno di quello che dice Marco. Abbiamo bisogno di valori e dobbiamo sognare in grande partendo da piccoli dettagli. Oggi abbiamo bisogno di buona politica. Quella dei De Gasperi, Einaudi, Rosselli. Essere liberali è creare una serie di regole per la libera impresa”.
“È l’apparato il vero dramma per l’economia italiana”. Ne parla Luca Spada ex Ceo di Eolo. “Più che la politica sono i burocrati che vivono fermi nei loro uffici il problema principale. Il sistema ritrova il suo equilibrio con la palude romana rispetto al nostro rito ambrosiano. Va rinnovato l’apparato statale se vogliamo cambiare il nostro Paese”.
Si guarda anche alle esperienze passate per comprendere i problemi dell’economia. “I contadini del tessile” furono promotori di una legge per le etichettature dei prodotti. “Tutto nacque da serate come questa – racconta Roberto Belloli – capimmo come l’economia abbia bisogno delle filiere produttive. Oggi tutto viene trasformato in prodotto finanziario. Come si fa a credere ancora alla politica? Per chi fa impresa è difficile crederci perché è un sistema potente. Faccio gli auguri per questa iniziativa”.
Reguzzoni chiude la serata come promesso alle 22.30 in punto. “A noi non interessa occupare spazi. Non vogliamo consiglieri comunali, ma incidere nella formazione perché ci sia più preparazione e il lavoro sia al servizio dei cittadini. Per questo lanceremo corsi per avere amministratori più preparati e una politica che cambi il Paese”.
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