Caro-carburanti: sono aumentate le accise non la speculazione. Ecco i numeri
Lo stop al taglio delle accise deciso dal Consiglio dei ministri ha fatto lievitare i prezzi all'inizio del 2023. Meloni: "Fondi destinati a capitoli più importanti e con più equità"
Il tanto vituperato aumento dei prezzi dei carburanti ad inizio anno non c’è stato. Sembra strano ma è così: lo confermano i dati diffusi dal ministero stesso che, considerando il prezzo medio applicato alla pompa al netto delle tasse, fotografano anzi una lieve diminuzione del prezzo nei primi dieci giorni dell’anno. Perché allora il vostro pieno costa di più? Perché a far lievitare il conto finale è stato l’aumento delle imposte, come si può verificare dal grafico interattivo che trovate qui sotto costruito con i dati ufficiali del ministero dell’Ambiente che si occupa delle rilevazioni.
La misura è stata decisa dal Governo Meloni, peraltro con valide motivazioni nel merito, ma raccontata da componenti dello stesso Governo in modo diverso, puntando il dito sulla “speculazione”.
Ripercorriamo i fatti: Il taglio delle accise era stato introdotto dal Governo presieduto da Mario Draghi a marzo dello scorso anno in seguito alla drammatica impennata dei prezzi seguiti in particolare all’invasione russa dell’Ucraina. Con quella misura vennero ridotte le accise su benzina e gasolio di 0.25€/litro di euro più Iva pari a 0.305€/litro.
La decisione fu poi prorogata nei mesi a seguire, anche se già dallo scorso dicembre il taglio venne quasi dimezzato, fino, appunto, alla decisione del Governo Meloni di eliminare completamente il taglio delle accise. A partire dal 1 gennaio 2023, dunque, si è tornati al regime di accise precedenti al marzo del 2022: con un aumento pari a 0.150€/litro (0.183€/litro con IVA al 22%).
L’aumento dei prezzi alla pompa, pertanto, è stato determinato nella sostanza da questa decisione. Una situazione che si può valutare come giusta o sbagliata, soprattutto a seconda dei diversi interessi delle categorie coinvolte, ma comunque determinata dalla scelta di bloccare il taglio delle accise.
La posizione di Giorgia Meloni
Dopo giorni di comunicazioni contraddittorie, duranti i quali alcuni componenti della squadra di Governo hanno raccontato il fenomeno della crescita dei prezzi puntando il dito soprattutto sulla “speculazione”, è la stessa premier a fare chiarezza. “Per tagliare le accise – ha detto Meloni in un video diffuso sui suoi social – non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi: tutte queste misure sarebbero state cancellate per prevedere il taglio della accise”.
Le decisioni contro la “speculazione”
Il Governo ha comunque avviato una serie di misure con l’intento di stringere i controlli ai distributori. Ecco nel dettaglio le norme del decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri:
-Nel periodo gennaio-marzo 2023, il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente;
-Si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato;
-Si rafforzano le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni;
si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza;-Viene istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare – nel confronto con le parti – le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti.
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