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Fuoco e alluvioni, il giorno dopo Casalzuigno e Luino alla conta dei danni 

Non ancora rientrate le famiglie sfollate giovedì mattina nella città lacustre. In Valcuvia è la forza dell'acqua a fare paura. «Tre mesi di lavori buttati via, questo clima impazzito sta distruggendo la montagna»

maltempo casalzuigno 8 settembre 2022

La tempesta di fulmini che centra un palazzo e lo manda a fuoco, la fila dei frontalieri per l’intasamento stradale oltreconfine dovuto a frane e smottamenti in Svizzera, i comuni con le ferite non ancora rimarginate per le alluvioni tardo primaverili ora di nuovo alle prese coi danni da acqua. Il giorno dopo la tempesta che si è abbattuta sul Nord del Varesotto si contano i danni ma soprattutto si cerca di dare una parvenza di ritorno alla normalità per gestire la situazione nell’immediato.

Il fulmine che ha colpito palazzo Clerici a Luino nella prima mattina di giovedì lascia un immobile ancora vuoto coi residenti fuori casa e le attività commerciali con giù le saracinesche: «Lo stabile non è agibile, ci saranno prossime valutazione da parte di tecnici. Nessuno dei residenti può rientrare. Ancora non si sa come si organizzerà la farmacia e altre attività sottostanti», spiega il sindaco Enrico Bianchi arrivato nel cuore della notte, giovedì per coordinare le operazioni di soccorso ai residenti attraverso la polizia locale e la protezione civile intervenute sul posto assieme a forze dell’ordine e vigili del fuoco. Nel frattempo, proprio in virtù della situazione creatasi in piazza Risorgimento, che rappresenta uno snodo stradale nel centro a ridosso delle strade che portano verso il lago, l’amministrazione comunale di Luino ha stabilito per piazza Risorgimento «temporaneo restringimento della carreggiata nel tratto di strada compreso tra il civico n. 7 e il civico n. 13; – temporanea istituzione del divieto di sosta con rimozione forzata – nel tratto di strada compreso tra il civico n. 7 e il civico n. 13 – per tutti i veicoli; – temporanea istituzione del divieto di transito ai pedoni – nel tratto di strada compreso tra il civico n. 7 e il civico n. 13», e per via Bernardino Luini « temporanea istituzione del divieto di sosta con rimozione forzata nel tratto di strada compreso tra l’intersezione con Piazza Risorgimento sino al civico n. 4 – per tutti i veicoli; – temporanea istituzione del divieto di transito ai pedoni – nel tratto di strada compreso tra l’intersezione con Piazza Risorgimento sino al civico n. 4.».
Ma non è questa l’unica situazione di criticità creatasi dopo il passaggio dell’ultima perturbazione:

«Il temporale di giovedì notte ha riportato la situazione al 5 giugno scorso e nonostante il cantiere sia sempre stato operativo, e centinaia di metri cubi rimossi ed asportati con molte opere idrauliche, la bomba d’acqua della notte ha vanificato tutti gli sforzi fisici ed economici fatti. purtroppo il tempo non prende ordini da nessuno», spiega il sindaco nei Casalzuigno Danilo De Rocchi alle prese con una recrudescenza dei fenomeni atmosferici dovuti al cambiamento climatico che tornano con una frequenza mai vista e un’intensità fino a qualche decennio fa mai viste. «Siamo ancora al punto di partenza», spiega De Rocchi.

«Tre mesi di lavoro, soldi spesi e questo tempo che sta distruggendo la montagna. Tutto viene a valle, nonostante le manutenzioni. Stavamo pensando ad una briglia che doveva venir coperta economicamente dalla Regione, ma nel giro di tre mesi è successo un’altra volta. Questa volta il torrente Camposanto non è uscito sulle strade ma abbiamo un grande problema coi detriti. Lo stesso anche sul torrente Mola non distante dal bacino di accumulo di acqua potabile». Fortunatamente a Casalzuigno non si sono problemi per i residenti: non si sono registrati sfollati o mancanza di forniture alle utenze private.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 09 Settembre 2022
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