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La moschea a Sesto Calende preoccupa il sindaco Buzzi: “Il Comune si è sempre e solo difeso”

Il primo cittadino si esprime sulla realizzazione di una moschea a Sesto dopo il ricorso respinto dal Consiglio di Stato nel contenzioso con l'Associazione Islamica: “Arriveranno in molti e da lontano, ma nessuno ha mai voluto negare il diritto di culto”

Giovanni Buzzi

Dopo il ricorso respinto dalla Sezione Quarta del Consiglio di Stato nel contenzioso con l’Associazione Islamica il sindaco di Sesto Calende Giovanni Buzzi e la sua giunta ritornano a parlare della moschea,  questione affrontata anche nel consiglio comunale di settembre a causa del “un debito fuori bilancio” legato al pagamento delle spese legali.

«Con una recente sentenza del Consiglio di Stato possiamo considerare pressoché esaurita la fase relativa al contenzioso amministrativo fra il Comune di Sesto Calende e l’associazione Comunità Islamica Ticinese per il diniego che è sempre stato opposto, da questa amministrazione comunale di centrodestra, alla individuazione urbanistica di un possibile luogo per la costruzione di una moschea». Così la giunta sestese, attraverso una nota ufficiale sulla lunga e difficile contesa legale passata attraverso diversi graditi di giudizio: «Precisiamo subito – spiega la maggioranza sestese nella lettera firmata dal primo cittadino  – sono gli islamici che hanno fatto causa al Comune e non viceversa: il Comune si è sempre esclusivamente difeso, oppure ha chiesto ricorso quando le sentenze al TAR risultavano sfavorevoli. Nessuna aggressività quindi da parte nostra, semmai il contrario».

«Nessuno ha mai inteso negare il diritto di culto, che è diritto costituzionale da rispettare» commenta il Comune, rispondendo così anche alle accuse mosse  dai gruppi all’opposizione Insieme per Sesto e Sesto2030: «I componenti dell’associazione religiosa che ci hanno fatto  causa stanno da anni pregando a Castelletto Ticino, esercitando quindi liberamente il loro  diritto senza impedimenti, veramente a poca distanza da dove insistono ostinatamente di  volersi insediare. Ci chiediamo: ogni comune d’Italia dovrà quindi avere una moschea, anche se già c’è un luogo di culto nel paese vicino? È questo che si intende per esercizio del diritto di culto? A noi non pare così e soprattutto le nostre motivazioni di opposizione si sono basate su argomentazioni di tipo urbanistico, per cui riteniamo ancora oggi di avere tutte le ragioni per essere contrari ad una moschea a Sesto Calende».

“Non era la prima né sarà l’ultima causa sostenuta dal Comune”

«Non un euro dei cittadini è stato sprecato per questa causa che vedeva opposte le richieste di un soggetto privato – ricordiamo che non ci sono rapporti codificati come per la religione cattolica attraverso il concordato – contro le aspettative largamente maggioritarie di una comunità, che abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare – Tali ragioni dovevano essere legittimamente e doverosamente difese fino a quando un giudice, in ultima istanza, non decide sulle rispettive ragioni delle parti – interviene il sindaco -. Abbiamo ora ed abbiamo avuto altre cause da portare avanti, arrivate anche da lontano nel tempo e causate da altre amministrazioni, sostenute economicamente per la difesa degli interessi della comunità sestese: non era questa la prima causa né sarà l’ultima temo e parlare di costi legali è quindi fuorviante. Questo contenzioso inoltre non aveva risvolti solo locali ma è anche stata una doverosa iniziativa a difesa della prerogativa delle comunità locali di potere esercitare liberamente nel proprio territorio le scelte urbanistiche ritenute migliori per l’interesse pubblico».

La giunta vuole anche rispedire al mittente anche le accuse di tenere vivo il problema solo per uno scopo politico ed elettorale: «Pensiamo che i sestesi siano perfettamente in grado di giudicare, senza farsi manipolare da nessuno, se il problema è solo legato al fatto di come vanno le elezioni amministrative o se il problema di una moschea a Sesto Calende non sia di più profonda ed ampia portata».

Moschea Sesto Calende, cosa succede ora?

La giunta sestese ha annunciato che è stato dunque avviato il procedimento per la variante urbanistica che dovrà tenere conto degli esiti della vertenza legale che si è appena conclusa. Nessun obbligo è in capo al Comune relativamente alla successiva eventuale costruzione ma esclusivamente alla individuazione urbanistica di un’area idonea. I tempi della variante, fa sapere il primo cittadino, saranno quelli che normalmente si applicano per un procedimento complesso di questo tipo: «non più lenti ma neppure più veloci, i tempi corretti perché si possano fare le valutazioni necessarie per un caso di questo tipo».

“I sestesi conoscono perfettamente situazione e la nostra posizione”

«Le nostre perplessità – conclude il Comune – restano tuttora ben presenti, in particolare riguardo al fatto che una moschea possa sicuramente essere un attrattore per fedeli che arrivano da un ampio bacino territoriale, così come dimostrato dal fatto che gli iscritti all’Associazione Comunità Islamica Ticinese non sono solo di Sesto ma arrivano da tante parti e da comuni anche non proprio vicini a noi. Non potremo inoltre limitare l’afflusso di fedeli ai soli residenti a Sesto o ai soli iscritti all’associazione: arriveranno in molti e anche da lontano. Questo ovviamente ci preoccupa per evidenti motivi e dovrebbe preoccupare anche altri. Abbiamo invece già visto esternazioni a mezzo stampa di rappresentanti della minoranza consigliare di Insieme per Sesto che ci dicono di stare tranquilli e di concedere lo spazio per la moschea. Dicono anche che non esiste un partito pro moschea o filo islamico a Sesto ma dalle parole dei consiglieri di Insieme per Sesto è chiara la loro posizione pro moschea. Al contrario la nostra posizione i sestesi la sanno perfettamente, lo diciamo da anni e non abbiamo cambiato idea».

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Pubblicato il 05 Novembre 2021
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