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Il viaggio di Elia continua e arriva dove le Alpi baciano gli Appennini

Il giovane di Besozzo Elia Origoni sta percorrendo il Sentiero Italia per lanciare un messaggio legato ai valori di ecologia e biodiversità

in solitaria

Prosegue il viaggio lungo il Sentiero Italia di Elia Origoni, il giovane di Besozzo che fra mille difficoltà è riuscito a coronare il suo sogno: percorre il sentiero più lungo dello Stivale.

LUNEDI 26 LUGLIO 2021

Parto dal Passo della Bocchetta con una nebbia così fitta che gocciolava dai rami degli alberi. Mi faccio largo quasi scostandola con le braccia e passo tra il Monte Taccone e al Bric di Guana ovviamente senza vedere nulla. Un violento fulmine a circa un chilometro mi fa accelerare per uscire al più presto da questa specie di cresta e tornare più in basso verso Monte Pennello (anche questo invisibile). Scendo fino al Passo del Turchino e al Colle del Faiallo dove spero di trovare aperto il ristorante per chiedere del pane e della frutta: è chiuso. Pratico un po’ di streatching e poi decido di suonare comunque al campanello. Mi apre un signorotto, Giorgio, che mi permette di dormire sotto una tettoia e si interessa alla mia avventura e soprattutto mi regala del pane.

MARTEDI’ 27 LUGLIO 2021

Verso le quattro mi sveglia un violento temporale e tra tuoni e fulmini sento Giorgio che mi urla. Vuol sapere come sto e mi lascia aperta la porta ma io sono ben al riparo sotto la tettoia.Quando vado a salutarlo mi offre una seconda colazione ovviamente ben accetta. Mi metto così in cammino per attraversare il bellissimo Parco del Beiuga: so che è bellissimo perché l’ho visitato negli anni passati, perché anche oggi sono immerso nella nebbia fittissima. A Prato Rotondo inizia la lunga discesa perso Giovo Ligure: ancora tuoni, fulmini e della gran pioggia. Per fortuna a Giovo trovo una gran tettoia. Un temporale dopo l’altro non mi permettono di ripartire fin quasi alle quattro del pomeriggio verso il fine tappa di Cascina Miera (ovviamente chiusa!). Sotto un gran gazebo posso stendere ad asciugare il contenuto dello zaino: per la prima volta ho anche il sacco a pelo bagnato. Spero solo che con questa nebbia la roba non si inumidisca di più! Mi tocca comunque dormire in un sacco a pelo umidiccio.

MERCOLEDI’ 28 LUGLIO 2021

Parto molto presto e inizio subito la lunga discesa verso la Bocchetta D’Altare ( 459 mt slm), il valico più basso e punto di demarcazione tra gli Appennini e le Alpi. Al monumento del Cai è d’obbligo scattare delle foto: qua si chiude per me il capitolo isole e Appennini e inizia quello delle Alpi. A Altare riesco a fare un po’ di spesa e poi nuovamente nei boschi, su strade sterrate e sentieri. Un tratto un po’ noioso e un po’ tutto uguale. Il fine tappa di oggi è il Colle Melogno: ci ho dormito 6 anni fa e mi ricordo che c’era una chisetta, con la fontana. Ci arrivo piuttosto tardi, non so come mai ma oggi sono arrivato un po’ lungo. Comunque va bene anche così.

GIOVEDI’ 29 LUGLIO 2021

Ancora nebbia! Al Melogno imbocco una strada militare, in una spettacolare faggeta che mi porta all’imbocco del ripidissimo sentiero delle Scalette, così detto perché nel bel calcare ci sono intagliati degli scalini. Mi inerpico fino al Monte Carmo, una vetta molto panoramica ma anche oggi il mare non riesco a vederlo. In discesa sul sentiero erto che porta a Giovo di Toirano testo le gambe: sento ancora qualche doloretto ma il fisioterapista mi aveva avvisato di questo e aveva anche aggiunto di non preoccuparsi. Al Giovo pranzo con una coppia di torinesi che mi invitano al loro tavolino da picnic. Un po’ di chiacchiere e un trancio di pizza ogni tanto ci vogliono! Nel pomeriggio mi riavvio verso il Colle di San Bernardo di Garessio: il colle è un postaccio, pieno di pale eoliche e due alberghi abbandonati e vandalizzati. Veramente brutto. Mi trovo un angolino dove montare la mia tendina vicino al monumento dei Caduti Partigiani. Oggi ho passato l’ultimo valico a 800 metri sul livello del mare e domani sarà l’ultimo a 900: si sale sempre di più.

VENERDI’ 30 LUGLIO 2021

Mi sveglio nella mia tendina tutta fradicia di umidità e mentre la nebbia inizia a salire mi metto in cammino. Parto presto perché ho previsto una giornata lunga, con dislivelli che iniziano ad essere importanti. La prima salita, una rampa di circa 700 metri di dislivello, mi porta al monte Galera dove riesco a vedere finalmente qualcosa: sono sopra la nebbia. Vetta successiva è il Monte Armetta e poi discesa verso il colle di Nava. negozi sono già chiusi per la pausa, pazientemente mi metto in attesa presso l’alimentari Porro dove ho fatto spedire le mie cartine future e dove lascio quelle vecchie da mandare a casa. Solita spesa, quattro chiacchiere e poi in marcia verso un altro Colle San Bernardo, di Mendatica. Un passo molto importante, un crocevia. Al bar dell’alberghetto al Passo mi concedo una birra e conosco Roberto, che è in vacanza un paio di giorno con la moto. Tra una chiacchiera e l’altra finisce che mi invita a cena. La serata finisce con amaro e tanti racconti di chi va in moto e di chi va a piedi. Questa mattina, mentre salivo verso il monte Galera, due camosci mi sono passati vicinissimi: un benvenuto alpino.Finalmente dopo molti giorni dormo sotto un cielo stellato.

SABATO 31 LUGLIO 2021

Sveglia prima dell’alba: mi attende una giornata lunga, circa 35 km per un dislivello piuttosto elevato (2700 metri). Ormai sono in ambiente alpino, lunghe salite (e altrettante discese) e non più i saliscendi appenninici. Ero un po’ intimorito perché le gambe non sono ancore in formissima e qualche doloretto lo sento ancora. A muso duro attacco i primi 900 metri e mi sorprendono due camosci in corsa. È iniziato il Parco delle Alpi Liguri, al rifugio Laterza mi bevo un caffè che mi da la carica per raggiungere la vetta del Monte Saccarello, la più alta della Liguria, sul confine con il Piemonte e la Francia. Percorro una cresta sul confine francese e poi finalmente sono in Piemonte. Scendo al piccolo e molto gradevole borgo di Upega giusto per il pranzo. Nel pomeriggio ancora due belle salite che mi portano al rifugio Mondovì, nel Parco del Marguareis. Finalmente pareti di calcare, un ambiente spettacolare. Il gestore mi permette di sistemarmi sotto un loro gazebo dove, dopo la birretta di rito, cucino e mi preparo il letto.

DOMENICA 1 AGOSTO 2021

Le gambe, nonostante il notevole impegno di ieri, le ho sentite bene: è evidente che camminare su sentieri di montagna gli fa bene. Anche oggi sarà lunga, tanti chilometri e dislivello, ma sono consapevole di avere diversi posti tappa dove posso eventualmente fermarmi. Parto con ancora le stelle in cielo, risalgo un bel vallone che si apre in un altopiano e quindi scendo verso il rifugio Garelli. Proseguo praticamente intorno alla vetta del Marguareis e vado infine ad incrociare la Via del Sale da Limone a Ventimiglia. È piuttosto trafficata essendo domenica ma un sentiero che si snoda sulla strada dei forti mi evita la confusione. Di forte in forte arrivo al Col di Tenda. Il pranzo è veloce perché ha iniziato a rannuvolarsi e non voglio prendere pioggia. Scendo verso Limonetto e poi di nuovo su e poi ancora giù da un sentierino ripido, di sfasciumi che mi porta nel vallone degli Alberghi con il suo bel lago. Un ambiente molto suggestivo. A Palanfrè mi aspettano al rifugio L’Albergue: i gestori hanno sentito della mia avventura e vogliono conoscermi e ospitarmi. Una bella serata in compagnia, compagnia alla quale si è aggiunto l’amico Stefano, con la sua famiglia.

Sono entrato nel Parco Regionale delle Alpi Marittime e ho visto i primi stambecchi della stagione, anzi i primi stambecchini.

Pubblicato il 03 Agosto 2021
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