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Smartphone e doppietta, la nuova vita dei cacciatori varesini

Sparano sempre meno e rappresentano uno strumento di controllo del territorio, anche attraverso la tecnologia. I dati degli abbattimenti trasmessi all’ISPRA

Avarie

Le doppiette sono nel fodero, i cani al caldo. Eppure domenica i cacciatori dell’ambito territoriale 1 saranno a caccia lo stesso, ma di lavori da fare, sentieri da battere e sistemare nell’ampio territorio di loro competenza.

Perché l’idea romantica del “fucile a tracolla e via a sparare“ non esiste più da decenni e le doppiette varesine fortemente ridotte nel tempo fanno ora i conti con gli alti costi per praticare l’attività venatoria, l’elevata età degli iscritti e le incombenze imposte dalle regole sempre più stringenti che trasformano però i cacciatori in una componente molto importante per la gestione del territorio.

Caccia, il bilancio dell\'annata

GLI ABBATTIMENTI – Lo spiega Tiziano Miglierina (nella foto), presidente dell’Atc1 (cioè l’ambito territoriale più esteso che ha sede a Valganna, per intenderci quello a nord di Varese fatta eccezione per il comprensorio Alpi e l’Atc2, a sud del capoluogo) che parla dei bilanci dell’annata venatoria appena passata.
L’ambito vanta 1050 soci e le competenze sono diverse e suddivise in “commissioni” che vanno da quella “tecnica ungulati“ a quella di “ripristino ambientale e agricoltura”, quella dedicata alle “voliere“ e ai “capocaccia“ e “organizzativa“. Tutte con la finalità di rendere quasi scientifica ogni scelta che viene presa. Per esempio ai cacciatori è demandata l’attività di caccia di selezione, «cioè i prelievi di animali con determinate caratteristiche segnalati dalla Regione su indicazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale», spiega Miglierina.

«La passata stagione sono stati prelevati 120 cinghiali, 72 cervi, 99 caprioli e 64 mufloni, 112 lepri a fronte di un’immissione di 160». La caccia, come riportato in precedenza è strettamente regolamentata poiché sono presenti precisi filtri all’ingresso di ogni attività che corrispondono al pagamento di una quota (per sparare a un cervo è per esempio necessario pagare un permesso in anticipo, che può costare anche 300 euro a capo). Ma soprattutto vi è una strettissima regolamentazione della tipologia degli animali che è possibile abbattere a seconda delle uscite.

Caccia, il bilancio dell\'annata

CINGHIALI – Il tema cinghiali rappresenta uno degli argomenti maggiormente dibattuti che spazia attraverso due linee di fondo, vale a dire gli incidenti stradali e i danni all’agricoltura. Su questo, oltre alla caccia di selezione, dove una quota di questi ungulati come si è visto viene abbattuta su segnalazione delle autorità scientifiche, esiste un’attività svolta dai calciatori che rientra nella cosiddetta “caccia collettiva“ al cinghiale: si tratta di un’attività che viene organizzata in squadre, coi cani e coi capicaccia, responsabili sul territorio. Le squadre sono sei e vantano 450 cacciatori che nella precedente stagione hanno abbattuto 874 capi.

SMARTPHONE E DOPPIETTA – Ma la vera novità entrata in vigore quest’anno fra i cacciatori anche varesini è rappresentata dalla geolocalizzazione delle prede. «Ogni cacciatore a fine giornata deve compilare una scheda cartacea che va riconsegnata e nella quale devono essere indicate le coordinate geografiche rilevate con lo smartphone in cui sono avvenuti gli abbattimenti di selvaggina», spiega Miglierina. «Questi dati una volta raccolti vengono inviati all’ISPRA che li utilizzerà per definire le politiche di gestione della fauna sul territorio».
Una attività di fatto scientifica, insomma, che impone comportamenti precisi e che rientrano sempre nella gestione del territorio. Proprio come quella che gli iscritti all’Ambito cominceranno a fare domenica primo marzo, quando è in programma un’uscita per la pulizia di alcuni sentieri.

I PERIODI – La caccia apre dalla terza settimana di settembre fino al 31 dicembre. La caccia di selezione al cinghiale apre a giugno e termina a novembre, quella ai bovidi (cervi, mufloni ecc.) dal primo agosto a novembre, la “collettiva al cinghiale“ dal primo novembre al 31 dicembre.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Febbraio 2020
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