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Per il referendum del mercato di Sesto Calende bisognerà ancora aspettare

L'assessore Favaron in consiglio comunale: "Difficile dare una data della consulta cittadina con l'emergenza in corso". Polemiche per una frase del capogruppo di maggioranza Colombo

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Bisognerà ancora aspettare per il referendum che stabilirà la posizione definitiva del mercato di Sesto Calende. Da ormai un anno, quando è avvenuto lo spostamento provvisorio per motivi di sicurezza dal Centro Storico a Viale Lombardia, il mercato settimanale rappresenta con costanza uno dei punti più caldi all’ordine del giorno per il consiglio comunale sestese.

Anche ieri sera, mercoledì 10 ottobre, nella lunghissima seduta cittadina – durata più di cinque ore nonostante il rinvio di molte interpellanze – non sono infatti mancate mozioni e interpellanze presentate (accorpate con emendamenti) da parte delle minoranze Noi Sestesi,  Insieme per Sesto e Sesto2030, gruppo che recentemente ha realizzato un’indagine sul futuro del mercato .

“Difficile poter dare una data della consultazione cittadina in un momento d’emergenza”, questa la risposta alla domanda sulle tempistiche data del vicesindaco Edoardo Favaron e il capogruppo della Lega della Libertà Marco Colombo. «Il presidente Mattarella ha spostato a causa del covid le elezioni delle grandi città italiane ad ottobre, quando si spera si possa avviare anche il processo decisionale» hanno sottolineato i due membri della maggioranza.

«Non ci si rende conto dello sforzo che in un momento di pandemia è stato fatto dalla maggioranza per sostenere il mercato, così come le scuole – ha ribadito l’ex sindaco e consigliere regionale -. C’è in corso una malattia che ancora non riusciamo a controllare e l’amministrazione ha pensato al mercato portandolo in sicurezza in Via Lombardia, cosa che non era possibile garantire in centro. Bisogna capire che l’attuale posizione del mercato non è un dispetto nei confronti di nessuno. Le minoranze continuano a presentare la questione come un cavallo di battaglia, forse per dividerci, ma senza capire che è un nostro cavallo di battaglia».

Le mozioni e le interpellanze

Il gruppo di maggioranza ha poi respinto la mozione che prevedeva una modifica al regolamento del mercato tramite la nomina di una rappresentanza diretta degli operatori (titolari di regolare licenza), per esprimere in modo rappresentativo le diverse tipologie di commercio.

«Credo che nessuno abbia una posizione politica ideologica sul mercato sestese, che ha più di 200 anni – ha commentato Roberto Caielli di Insieme per Sesto -. Tutti invece abbiamo l’interesse ad ascoltare la popolazione e gli addetti. Purtroppo i mercatari non si sentono rappresentanti da questa amministrazione e non vedo come la distinzione per tipologia merceologica possa essere una complicazione. Nel corso degli anni, per diversi motivi, i banchi sono scesi da 200 a meno di 90,  adesso è tempo per capire quali saranno gli strumenti (se consulta o referendum), i modi e le tempistiche per decidere il futuro del mercato».

«Tutte le riunioni propedeutiche allo spostamento del mercato sono state fatte ascoltando le associazioni di categoria provinciale e nazionale. Non vedo la necessità di fare frazionamento di persone per ogni tipo merceologico» ha motivato Favaron che ha spiegato, rispondendo all’interpellanza, che dal 2019 ad oggi le attività cessate sono 8, con 88 operatori regolari attivi sul mercato: «È sbagliato pensare che vogliamo distruggere una categoria, bisogna considerare che attualmente i posti in centro in  condizioni di sicurezza sono 70».

Non sono infine mancate le polemiche per le parole pronunciate dall’ex sindaco Colombo durante la discussione tra i gruppi consiliari.

«La vera sfida del mercato è contro Amazon, il lunedì mattina quando arriva la carta si vede solo il logo di Amazon – ha detto il consigliere Regionale, chiedendo alle minoranze di “affievolire” le mozioni, definite “pretestuose” -. Proviamo insieme a capire se Sesto Calende può diventare un “farmer market” come quelli che ci sono a Londra, un mercato serio, qualificato e che non venda un euro di merce per la maggior parte delle volte rubata e che non si riesce a controllare».

Un passaggio che non è passate inosservato: «Parole gravissime dette alla presenza del Sindaco e dell’assessore al commercio che non hanno fiatato, mentre si stava dando una notizia di reato – ha commentato il giorno dopo Insieme per Sesto -. A dire queste cose è un Consigliere Comunale e Regionale, fino a tre anni fa Sindaco della città. Dunque i casi sono due: o Colombo e la Giunta procedono con un esposto ai Carabinieri e alla Procura, o siamo di fronte ad una vile fanfaronata che scredita il lavoro e la fatica di onesti operatori».

Pubblicato il 11 Marzo 2021
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