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I mercanti scrivono all’amministrazione di Sesto Calende: “Non siamo stati coinvolti nel referendum”

Centro Storico o Viale Lombardia? La posizione del mercato del mercoledì verrà scelta dai cittadini sestesi con un referendum. Mercanti e ambulanti si lamentano però di non essere stati coinvolti nei progetti stilati dall'amministrazione comunale

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«Siamo rammaricati di non essere stati coinvolti nella realizzazione di progetti che ci coinvolgono direttamente». Con una lettera i mercanti e gli ambulati del Varesotto chiedono chiarezza e coinvolgimento all’amministrazione di Sesto Calende per quanto riguardo il futuro del mercato settimanale, la cui posizione definitiva, come ribadito più volte in consiglio comunale dal vicesindaco e assessore al commercio Edoardo Favaron, sarà decisa attraverso un referendum cittadino.

«Siamo venuti a conoscenza dai giornali dell’imminente referendum che a vedrà i cittadini sestesi chiamati a scegliere la “location” del mercato – scrivono i commercianti attraverso i due portavoce Davide Grazioli e Remo Perrone -. In un articolo pubblicato sul quotidiano “La Prealpina” si fa cenno a due progetti sviluppato unilateralmente dall’amministrazione comunale, uno che prevede la sistemazione del mercato mantenendolo nella sua posizione storica, in centro paese, e l’altro per confermare la collocazione attuale».

Il mancato confronto con giunta comunale e ufficio tecnico ha infatti suscito dispiacere e malumore da parte dei mercanti, come  sottolineato nella lettera: «Siamo profondamente rammaricati per non essere stati minimamente coinvolti nella realizzazione di progetti che ci coinvolgono direttamente e che riguardano il nostro futuro lavorativo, nonostante sin dal mese di maggio 2020, dopo la riapertura del mercato nella sede che – al momento – ci fu detta provvisoria, noi rappresentanti ci fossimo resi disponibili a un confronto per la revisione e riqualificazione dell’area mercatale. Nessuna risposta è mai pervenuta da parte dell’Amministrazione». 

«Siamo profondamente convinti che lo sviluppo di un progetto riguardante un’area mercato debba essere condiviso, in primis, con gli operatori che ne fanno parte, pertanto chiediamo che i progetti sviluppati dal Comune ci vengano presentati e trasmessi quanto meno prima dell’inizio del referendum, confermando e ribadendo la nostra totale collaborazione per trovare la soluzione più idonea e che vada incontro alle esigenze di tutti. 

Inoltre, nell’articolo sopra citato, ipotizzando il ritorno del mercato in centro, si fa  erroneamente riferimento ad un numero di banchi di 120 unità, dato inesatto in quanto – per  quel che ci risulta – il numero veritiero di banchi attualmente attivi si aggira a poco più̀ di 90 unità (spunta escluse), in ragione del fatto che nei mesi successivi allo spostamento  nell’attuale ubicazione sono state riconsegnata molte licenze, naturale conseguenza dei  mancati incassi dovuti alla nuova collocazione, circostanza che ben dovrebbe far riflettere sul  futuro del mercato se mantenuto nella posizione attuale. 

Crediamo anche noi nella democrazia, siamo consapevoli che un referendum possa essere la massima espressione di essa, ma non predisposto in questo modo! Non si fa nemmeno cenno ad un quorum minimo, con la conseguenza che anche una minima parte della cittadinanza può̀, con il proprio voto, decidere le sorti di una intera categoria di lavoratori.  

I cittadini saranno chiamati a scegliere tra due progetti, entrambi realizzati senza ascoltare i diretti interessati e le loro esigenze. Noi operatori, non essendo residenti, non abbiamo nemmeno la forza di “chiamare alle urne” molti cittadini, come invece ha la Vostra Amministrazione che è evidentemente schierata per la conferma dell’attuale ubicazione del mercato. 

Nell’operare questa scelta sarebbe doveroso ascoltare anche le voci dei titolari delle attività commerciali site nel centro di Sesto che, in conseguenza dello spostamento del mercato, hanno avuto perdite sia in termini di visibilità̀ ma soprattutto di incassi, oltre ovviamente alla voce di noi operatori direttamente coinvolti. 

È palese agli occhi di tutti che da quando il mercato si trova nella nuova posizione si stia lentamente spegnendo, con un numero sempre calante di avventori e, di conseguenza, di operatori, senza poi contare le problematiche evidenti di un’area con servizi igienici carenti e quasi completamente priva di punti di ristoro e di altri servizi essenziali

Per concludere, siamo con la presente a chiedere che l’opinione di noi operatori venga ascoltata e presa in debita considerazione dall’Amministrazione Comunale e, soprattutto, che le nostre problematiche e richieste vengano illustrate alla cittadinanza tutta in vista del referendum, così da renderlo veramente uno strumento di democrazia».

Pubblicato il 21 Gennaio 2021
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