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Microplastiche nei laghi, il Ticino si interroga su responsabilità e misure

Tra i quesiti posti al Consiglio di stato anche le azioni da intraprendere verso le autorità territoriali italiane

La quiete dopo la tempesta

Sono sei le domande sull’inquinamento da microplastiche dei Lago Maggiore e del Ceresio al Consiglio di stato Ticinese da rappresentanti politici di tutti i partiti. Se ci sia da parte del Dipartimento del Territorio un costante monitoraggio sulla presenza delle microplastiche, se il governo cantonale stia valutando azioni di contrasto alla diffusione di questo tipo d’inquinamento, visto che il Consiglio di stato non intende applicare la mozione sugli inasprimenti fiscali a chi inquina, quali misure intende adottare senza introdurre sanzioni e nuove tasse; come intende operare il Dipartimento del territorio viso che non ha ritenuto di ripetere la campagna di sensibilizzazione del 2019.

Gli ultimi due quesiti riguardano le azioni da intraprendere verso le autorità territoriali italiane di confine: l’atteggiamento da assumere quando si verificano casi d’inquinamento e la fatturazione di interventi di pulizia ai comuni di confine.

Primo firmatario dell’interrogazione è Tiziano Galeazzi (Udc. Seguono: Roberta Soldati (Udc), Fabio Kaeppel (liberale radicale), Fabio Scnellmann (liberale radicale), Anna Biscossa (Partito socialista), Henrik Bang (Partito socialista), Claudia Crivelli Barella (Verdi), Andrea Stephani (Verdi), Massimiliano Ay (Partito comunista).

Pubblicato il 08 Settembre 2020
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